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L'ho lasciata
L’ho lasciata perché pretendeva che le sgusciassi i semi di zucca.
L’ho lasciata perché non mi aveva detto che era incinta.
Quando ci incontrammo fu bello. Quando la lasciai pure. Mi piacciono gli addii.
Se non avesse detto, quella sera, abbracciati sul divano, quella parola, sinergia, adesso staremmo ancora assieme.
L’ho lasciata perché aveva l’abitudine di russare da sveglia.
Proprio non sopporto chi ha i piedi freddi. Certo, non è colpa del possessore dei piedi, ci mancherebbe, adesso non voglio dire che incolpo volontariamente chi ha i piedi freddi, manco fosse una scelta razionale, ma insomma, ecco, io, appena coricato, sentire quelle due lastre di gelo… insopportabile. Ora che non stiamo più insieme, mi addormento senza fastidi.
Le avevo chiesto, le avevo implorato, ti prego, per favore, amore, solo una cosa ti chiedo, solo una cosa voglio da te, ascoltami solo in questo. Non farlo. L’ha fatto. Era quindi inevitabile finirla.
L’ho lasciata perchè si vestiva così male, ma così male che le dissi “vai in giro nuda, è meglio”. Ma quando lo fece, fui troppo geloso.
Sarà anche futile il motivo, ma come potevo continuare con una che scambiava Rinascimento con Risorgimento e viceversa?
L’ho lasciata perché aveva un brutto male.
L’ho lasciata perché avevo un brutto male.
L’ho lasciata perché stavamo troppo bene assieme.
L’ho lasciata per via del suo ex: non l’ho mai perdonato di averla lasciata.
Anche se ci fosse l’eternità, son sicuro che lei continuerebbe a domandarmi di continuo “mi ami?” ed io proprio non ce la facevo a rispondere dopo dieci anni.
Cosa le racconterò per giustificarlo? Basterà dirle “pensavo dimagrissi”?
Sì, ora sono soddisfatto. Non che non lo fossi insieme a lei. Ma senza la sento ancora più vicina.
L’ho lasciata perché in fondo le volevo bene come ad una sorella. Ed è difficile metterlo in culo ad una sorella.
L’ho lasciata per acchiappare tutte le altre.
L’ho lasciata perché sapevo di darle un dispiacere.
Ma se neanche sapeva che stessimo assieme!
Il problema erano le vacanze: lei voleva i monti, sempre, con la neve o senza, monti monti e ancora monti. Io il mare. In spiaggia si sta bene anche da soli.
Ci scontrammo sui figli: lei non voleva i miei, io non volevo i suoi.
Fu una sera fredda di dicembre. Il cielo era scuro, l’aria tagliente. Silenzio attorno ai nostri palazzi. Il suo pianto incosciente. Ed io che non sapevo dirle il perché, mentre le dicevo “basta”.
Andavamo d’accordo. Solo su una cosa proprio non ci incontravamo: la fedeltà. Lei pretendeva la mia, ma io non potevo concedergliela.
Non le perdonai mai il fatto di non avermi detto prima che era in realtà un uomo.
La lasciai per sua madre. Era più giovane e carina di lei.
Me ne andai di nascosto, mentre dormiva. La scusa delle sigarette non reggeva, io non fumo.
L’ho lasciata perché non arrivò vergine al matrimonio.
L’ho lasciata perché credeva all’oroscopo.
Non sapeva cucinare. Mentre io so mangiare.
L’ho lasciata perché non l’avevo mai fatto prima.
L’ho lasciata perchè scoprii che aveva delle perdite di sangue da lì, per una settimana al mese.
L’ho lasciata perchè prima passò coi russi, e poi coi cinesi. Come potevo fidarmi ancora di lei?
Dove andammo ad abitare a lei non piaceva. A me sì.
Aveva quel fare così indolente, pigro e sornione. Reazioni lentissime. L’ho lasciata tre mesi fa ed ancora deve capirlo.
Fumava troppo. Anche a letto. Dormendo.
Non ha mai fatto uno, dico uno, sforzo per comprendere la mia lingua.
Mi ha messo le corna con tutti i miei amici. Dovevo scegliere se perdere una sola o molti. Vince la quantità.
L’ho lasciata per il piacere di tornare insieme a lei.
Provai, così facendo, a dare uno scossone al nostro rapporto. Forse fu troppo violento, perché non si è ancora rialzato.
Lo dissi così per gioco, tanto per dire, sapete quelle minacce da amanti. Ma le valigie le sta facendo troppo minuziosamente…
Forse dovrei dirle che era uno scherzo?
L’ho lasciata perché lei sarebbe andata in paradiso ed io no.
Non tolleravo il fatto che non accettasse il mio cane a letto.
Dovevo lasciarla. Era così piena di lividi che altrimenti i vicini si sarebbero insospettiti troppo.
L’ho lasciata tempo fa, ma non gliel’ho mai detto.
Ho fatto sì che andasse via da me, per essere libera di stare con qualcuno di migliore. Non volevo che la sua felicità.
“Ascoltami, cerca di capirmi, non possiamo continuare così” ma lei non mi sentiva.
La lasciai ma non l’accettò. Per cui sta ancora insieme a me.
L’abbracciai da dietro, lei stava stirando. Lo dissi con pacatezza e triste. Ciò non le impedì di girarsi di scatto brandendo il ferro rovente.
La lasciai in televisione, tra una pubblicità ed il televoto del pubblico.
Le chiesi di sposarmi, disse “non ancora”. Ma io sentivo che era il momento giusto.
Non potevamo avere figli. Aveva senso stare soli io e lei?
Pensavo che mi mancasse. Per questo lo feci. Ma non mi mancò per niente.
Non le piacque la teca in cui la rinchiusi.
Era troppo magra.
Anche se continuo a vederla, e quando la vedo la scopo, tutti sanno che non stiamo più insieme.
Non accettai mai la sua famiglia. E lei pretendeva che diventasse la mia.
Non accettai mai i suoi amici. E lei pretendeva che diventassero anche i miei.
La lasciai per un’altra. Uguale a lei.
La lasciai sola per un momento. Seppe resistere.
Mi rendevo conto dello squilibrio d’età tra noi. Ma pensavo che sarebbe cresciuta presto. Prima che io diventassi così vecchio.
La lasciai perchè era troppo per me.
Lo farei ancora milioni di volte. Il suo stupore totale mi diede un piacere unico.
La feci finita nel momento migliore: avevamo casa, soldi, e lei stava partorendo.
Scoprii che mi tradiva da un anno con un collega. Aspettai il nostro anniversario, la portai a cena, le diedi il regalo. Poi parlai. Per due ore consecutive. Si sentì una merda.
“Grazie, grazie mille eh! È stato un piacere, davvero. Molto, molto intenso tutto quanto. Ora la saluto”.
“Ti lascio”. Lo dissi così piano che speravo non sentisse. Invece mi sentì.
Dovevo partire per la guerra. Non sopportavo che mi aspettasse sola a casa, preoccupata. Senza cintura, perché non sono più tempi.
Poco prima di lasciarla, le avevo detto per la prima volta “ti amo”. Mi è sempre piaciuto stupirla.
La lasciai perché i tarocchi non mentono.
Sarebbe stato sufficiente che lei seguisse quel mio consiglio, e non toccasse la presa elettrica. Odio chi non mi ascolta.
La lasciai perché divenne donna.
L’ho lasciata una mattina di sole all’autogrill. Ma non legata.
L’ho lasciata quando cambiò il colore dei suoi capelli. Bianchi naturali.
Era ancora a letto, avevamo appena fatto l’amore. Tornai da lei e ricominciando a toccarla, le procurai l’ennesimo orgasmo. Mentre stava venendo glielo dissi.
Provai in tutti i modi a trattenermi. A cercare appigli per continuare. Ma non ne trovai. Mi era divenuto insopportabile anche solo pensarmi insieme a lei.
L’ho lasciata perché tanto non mi amava. Non accetto di essere di peso a qualcuno.
Bastava che non si dimenticasse del nostro anniversario.
Quante camicie mi aveva scolorito? Quante?
Non era mai riuscita ad imparare a salare la pasta.
Dovetti lasciarla per quella sua isteria quando scoprì che avevo altre tre fidanzate.
Io tifavo Juventus, lei Torino. Tutto andò bene fin quando la sua squadra se ne stava buona in serie B.
Avevano troppi usi e costumi diversi. Quando la comprai da dei trafficanti slavi, pensavo di poterla addestrare come si deve.
La lasciai perché era sordomuta. Il muta mi stava bene, il sordo finì per esasperarmi.
Parlava troppo, ma non diceva niente.
Proprio non accettai che non capisse l’ermeneutica. È la mia disciplina, quella che insegno, la mia passione, la mia vita.
L’ho lasciata perché forse non era quella per me.
L’ho lasciata perché prima o poi si sarebbe rivelata per quello che è.
È l’uomo che decide.
Se ne stava sempre buona buona, mai un lamento, mai un gesto di stizza. Accettava tutto. Accettò anche che la lasciassi, senza fare una piega.
Dietro i suoi occhi brillanti di felicità, ci vidi l’ombra densa e vischiosa delle menzogne.
L’ho lasciata perché io sono uno spirito libero. Stavamo insieme già da tre giorni. Troppo.
Io volevo ucciderla. Lei no. Trovammo un compromesso. La lasciai.
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- Gentile Carmelo, mi spiace ma il libro ormai è esaurito. Non fare la fila che la fai a vuoto.
- Ricordo a tutti che a settembre uscirà per Coniglio Editore il mio libro "L'ho lasciata perchè l'amavo troppo - Piccolo campionario dell'abbandono". Questo testo è uno stralcio del libro. Vi invito a comprare il libro! grazie

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