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Gazebo blues 2

La volete sapere? No? Fanculo, ve la racconto lo stesso.

Primo giugno 1980, domenica pomeriggio: piazza maggiore, Bologna, Italia... la Piazza dei bolognesi era pronta per entrare nella storia. Non la storia che si legge sui libri, cazzo quella ve la insegnano a scuola, ve la fanno imparare per forza, pena una bella bocciatura. No, il primo giugno 1980, a Bologna, la storia aveva il nome breve, ruvido, indimenticabile, di un gruppo rock inglese che di lì a poco avrebbe sconvolto la vita di tutti i presenti: the Clash. Anzi "i cless", in bolognese aulico... I quattro cavalieri dell'apocalisse moderna, quel punk che aveva infiammato i palchi dell'Inghilterra, prima, del resto del mondo subito dopo, avrebbero suonato, gratis, in piazza maggiore, a Bologna. Com'era possibile un simile accadimento? Che cazzo v'importa? A caval donato... Quella sera il batterista del gruppo, Topper Headon, si era perso per Bologna, senza sapere dove fosse la piazza del concerto. La folla rumoreggiava, il gruppo di supporto, i Whirlwind, avevano già finito di suonare da almeno un'ora, e i restanti tre membri dei Clash non sapevano che fare: aspettare l'arrivo di Topper, che poteva anche non arrivare più, o cominciare con il batterista del gruppo di supporto, che più o meno le canzoni le conosceva? Come avrebbe reagito il pubblico? Stime approssimative parlavano di 90. 000 persone, stipate come sardine sotto sale nella grande ma non immensa piazza: una decisione sbagliata avrebbe provocato il caos, una reazione a catena dagli effetti imprevedibili... Fu allora che in quegli attimi di confusione, con la polizia che nervosamente controllava gli umori della piazza, cercando di calmare gli animi, e i roadies dei Clash impegnati ad impedire che qualcuno potesse lanciare qualcosa sul palco o nelle vicinanze, rovinando le costose attrezzature del gruppo, un ragazzo ebbe un'idea.
"Federico cazzo fai, dove vai?", chiese Ciullo urlando.
"Torno subito, Ciullo. Devo fare una cosa", rispose l'amico senza nemmeno voltare la testa.
"Ma il concerto sta per cominciare, è quasi mezzanotte!", replicò Ciullo.
"Se ti dico 'torno subito', torno subito! Devo pisciare, cazzo!", concluse Federico.
Si staccò dalla folla, girò alla sinistra del palco, non controllata da nessuno perché rivolta verso un palazzo sede di alcuni negozi con la saracinesca abbassata, e cercò di scavalcare una transenna di legno. Fu un attimo, nessuno lo vide entrare, e appena fu nella backstage area (l'area immediatamente adiacente al palco, di solito riservata ai soli musicisti e ai backliners, ovvero i tecnici degli strumenti, pronti come assaltatori a cambiare la corda di una chitarra rotta durante una canzone, capaci di cambiare al volo pelli della batteria, microfoni spaccati e via dicendo) si rese conto di essere nel posto giusto al momento giusto: le chitarre dei Clash erano tutte lì, davanti a lui, perfettamente lucidate ed accordate, pronte per l'uso. 14 "pezzi", rodati da centinaia di concerti in giro per il mondo, legno ed acciaio perfettamente assemblati dalle esperte mani di liutai americani ed inglesi, erano ad un passo da lui: c'era persino il basso che Simonon aveva rotto il 21 settembre 1979 al New York Palladium (e riparato alla bellemeglio) e che era finito nella "fotografia rock" per eccellenza: la copertina di LONDON CALLING! Aveva l'imbarazzo della scelta... optò per una chitarra nera come la notte, finemente bordata di bianco, con deliziosi intarsi in madreperla. La prese per il manico, la depose delicatamente dentro la sua custodia sagomata, si guardò attorno e si avviò verso l'uscita. "E tu dove vai?", tuonò una voce dietro di lui: era Luca Guerra in persona, il road manager (l'angelo custode, diciamo) dei Clash in quel breve tour italiano: una bestia assetata di sangue: alcuni raccontano di averlo visto staccare il naso con un morso ad un imbucato sorpreso ad entrare senza biglietto ad un concerto di Santana, qualche anno prima.

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3 commenti:

  • Desio Sicario il 20/02/2011 01:35
    Sì cavolo! Mi sta prendendo molto! La parte 3?
  • Luca Grandi il 31/08/2010 12:59
    BRAVA, NELLA TERZA PARTE... L'APOCALISSE... OVVERO LA RIVELAZIONE...
  • Daniela Di Mattia il 31/08/2010 12:39
    Beh che dire sono sicura che prima o poi arianna ritrova il suo filo ed io iriuscirò a coniugare il rock, con il suicidio, l'ottocentsca dama impizzettata con la famosa chitarra e il puntinismo di Seurat con con il pizzetto di Alessio... al prossimo capitolo. Ciao!!

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