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Storia (low cost) - prima parte
Cinquecento. Ti faccio cinquecento.
Ma come, cristo, se erano ottocento.
I cinesi, caro, i cinesi. Una camicia a quattro. Un pantalone a otto. Manco potrei farlo il campionario.
Ma come faccio, cristo di cristo, a tirare avanti. E tu ne vuoi duemila, a cinquecento. Lo sai cosa significa? Anche solo a farne uno. Taglia, accoppia, spilla, verifica, poi ancora taglia, accoppia, spilla, verifica. A farne duemila, poi. Duemila campionari, cristo! Una, dieci, cento volte, non pensare, non ti distrarre, verifica, cristo, verifica! Te lo sai quante ore van via per farne duemila? Sì che lo sai, perché te ne faccio sempre duemila! Un mese mi ci vuole, cristo, un mese!
Senti, cinquecento sono e cinquecento restano, non mi cavo il sangue per te.
Ok, ok, cristo, va bene. È che ora c'è la Genni. Il mese scorso manca poco che mi rimane incinta.
Ah, c'hai la ragazza! E bravo! Così mi piaci, metti su famiglia, vai, che così diventi serio e metti la testa a posto! E magari, se gira sto cazzo di vento e si porta via i cinesi, sì, magari ti assumo pure, stabile. A nero, ma stabile!
Cristo. Io in sto' cazzo di lavoro mica ci resisto. No. No. Lavoro da cinesi, lavoro di merda. E lui che è come che mi fa l'elemosina, cristo. Meno male che c'ho la Genni. Lei è in rifinizione, a cinquecento, come me. Cinquecento e cinquecento fanno mille, quando facciamo il mese tutti e due. Allora ce ne andiamo ai Gigli, lei mi prende a braccetto e mi dice dai! Andiamo ai Gigli a vedere quello che possiamo prendere con tutti sti soldi. Lei mi fa ridere e poi sto proprio bene. Meno male che c'ho lei.
Macchine, musica, gente. Tante macchine nel parcheggio, in fila, sul marciapiede, sui prati. Musica alta. Gente dappertutto. Dov'è la Genni, non la vedo. È arrivata prima di me, cristo, anche se siamo partiti insieme. Ai Gigli c'andiamo con il bus, che la macchina non ce l'ho. Poi è salito quel cristo del controllore. Prego biglietti, prego biglietti, prego. Prega sto cristo, noi i biglietti non ci si hanno. Gli ho detto alla Genni, vai, tu va avanti e scendi, che a lui ci penso io. Ci vediamo ai Gigli. Scusi controllore, guardi io il biglietto ce l'ho, ma la macchinetta non me l'ha timbrato, io c'ho provato, anche a quell'altra in fondo, ma non me l'ha proprio timbrato, cristo.
[E ti pare un biglietto, questo? Quant'è che ce l'hai in tasca, furbetto? Lo so io cosa fai te. Te lo tieni in tasca senza timbrare e poi cerchi di fregarmi. Questo, cerca di fregare me, l'avete capito? Ma a me non mi si frega, non mi fregano gli zingari, non mi fregano i cinesi, figuriamoci se mi frega questo qui! Oh, dove vai? Merda, m'è scappato, accidenti a lui...]
Macchine, musica, gente, da far girare il capo, ma poi la trova la Genni. È là che lo aspetta, sulla porta, la porta automatica che inghiotte tutti e poi tutti sputa. La porta che ti guarda, ti pesa, ti fruga in tasca, ti tira fuori la carta dal portafoglio.
Carta buona, sì, carta che vince. Target alto, attento al brand, budget a tre zeri. Carta silver, ooohh... molto buona, vince sì, sì che vince. Carta da negozio fino. Carta da prego si accomodi, glielo incarto o vuole un pacchetto col fiocco?
Carta povera, mmh, carta che perde. Buona solo per guardare le vetrine. Target basso, molto basso. Carta quasi Social, buona per i saldi, buona per il discount. Buona per il gioco della Genni, a chi trova la cosa più bella a mille, da sognare un po', dai andiamo che questa volta vinco io!
Guarda Genni c'è la tele che sembra un cinema, a otto e ottanta! Cristo com'è bella. Ma no cazzo, guarda qua, il taieur per me e il completo gessato per te, che facciamo un figurone, con le scarpe, la borsa e tutto il resto... No, no, cristo, non vorrai mica buttare tutti i soldi per due stracci, vieni qui che ti prendo la lavatrice, poi la lavastoviglie e anche il forno! No, il forno non lo voglio, che andiamo tutti i giorni al ristorante e io non devo cucinare mai. Guarda invece, cazzo, oh cazzo, oooh cazzo cazzo cazzo, mi sa che ho vinto io... Che cristo c'è in quella vetrina, che pare che hai visto la madonna.
La Genni se lo stringe forte, come se potesse scapparle proprio ora. Guarda la vetrina e quasi si mette a piangere. Dai, che fai, è solo una vetrina, ma, ti piacciono i viaggi, non me lo credevo.
Non è un viaggio, cazzo! È Dublino, non lo vedi?
Beh, e allora...
Ma come, non capisci, è Dublino... Lo sai tu dove cazzo è, Dublino?
Si che lo so, in Irlanda, non sono mica un ignorante. Ma cosa c'ha di speciale.
C'ha che è il posto più bello del mondo. Cazzo, se ci potessi andare. Solo che il nome, non lo senti, cazzo, com'è bello. C'è solo un posto dove voglio andare, lì!
Cinque giorni per due a nove e novanta. All inclusive, solo per carte buone, a disponibilità illimitata, stipendio fisso, rendita o speculazione. Precari e senza reddito prego astenersi.
Vieni Genni che s'è fatto tardi, cristo. Torniamo a casa.
Taglia, accoppia, spilla, verifica, poi taglia, accoppia, spilla, verifica. Accosta bene le stoffe, non imbrogliarle, che poi ti ci vuole il doppio a rimetterle in ordine. Cristo, che lavoro da cinesi, io non ci resisto, no che non ci resisto. E la Genni che c'ha in testa quella questione di Dublino, è sempre a parlare di Dublino. E lo sai che c'è la birra e pure scrittori famosi, e questo e quello. Ma come faccio. Cristo, che ce l'ho in testa anch'io, ora. Senti un po' Peppe, se uno per caso vuole andare a Dublino, così alla buona senza tante pretese, quant'è che ci vuole.
Ah, ti vuoi fare una vacanza con la tua Genni, eh. Ma sì, vieni su cinque minuti in ufficio, che diamo un'occhiata... Eh, ma lascia lì che i campionari possono proprio aspettarli cinque minuti, dai vieni.
Bravo cristo il Peppe. Se c'hai bisogno si fa in quattro per te. Lui c'ha il computer per la contabilità. Non ti dice mai di no.
Vieni che guardiamo, c'ho un sito che ci trovi di tutto. Dublino, hai detto. Vediamo, da Pisa cinquanta a testa, solo andata.
Cristo, mi sa che è troppo.
Non ti scoraggiare, vediamo. Uhm, questo è a trentanove, ma vediamo ancora. Ecco. Guarda guarda. Se stai in piedi, non vuoi il sedile è gratis. In fondo sono due ore e mezzo.
Come, in piedi.
Sì, è una cosa di ora. Ti fai il viaggio in piedi non paghi.
E no, cristo. Non c'ho tante lire ma la Genni a Dublino non ce la porto in piedi. Come le bestie. No, no, guarda ancora.
Lo sai che sei proprio un testone. E io che mi do da fare per te. Oh, ecco. Ce l'ho quello buono per te e la Genni. Ecco qua. Quattro e novantanove. Che ne dici.
Cristo, sì. È quello che ci vuole. Spetta, ti do la carta così lo fissi subito.
Carta povera, ma stavolta vince. Pisa - Dublino, ultimo volo dalla sera. Dublino - Pisa, primo volo del mattino ore sei e quindici ma chi se ne frega, la Genni ci va, a vedersi Dublino.
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