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Attraverso la pioggia

Avevo fatto il possibile per dimenticare il motivo di quel viaggio.
Molto bravo nel farlo, ma forse non abbastanza.
Sentivo in me le ore di treno e i pasti della giornata completamente ignorati. I passi si erano trasformati in chilometri, ma camminare mi aiutava a distogliere l'attenzione dai pensieri. Era come se le modifiche del paesaggio, diretta conseguenza del mio avanzare, trattenessero i pensieri di quel preciso momento lasciando posto ad altro.
Questo mi dava la libertà di pensare tutto quello che volevo, tanto non sarebbe durato molto.
Ero lontano da casa. La strada era incolta, né anime vive né morte. Comunque la mia le avrebbe rifiutate entrambe. Quando la pioggia cominciò a bagnarmi non mi fermai. La mia salute non era certo in cima ai miei pensieri.
Arrivato nei pressi dell'angolo di un grande palazzo, vidi una leggera rientranza proprio sotto ad un palo della luce. Quella rientranza non mi riparava molto dalla pioggia, infatti non è per questo che mi fermai. Fu l'atmosfera, quella combinazione di luce, ombre, suoni e colori che si adattavano al mio stato d'animo e a quei leggeri brividi che sentivo addosso.
Non era proprio freddo, ma l'aria era cambiata e a me piaceva. Ero come commosso da una sensazione che partiva contemporaneamente sia dall'animo che dal corpo, per poi ricongiungersi più in alto, assumendo un moto rotatorio che si sarebbe ripetuto per un po', per poi sparire, lasciandomi la sensazione di poterlo descrivere in modo improprio utilizzando parole grossolane che non possono riprodurre l'intensità e la profondità di un'esperienza che, in un solo momento, rivela una parte così autentica di noi stessi, la parte che vive in silenzio e che non si fa vedere quasi mai.
Trovavo bello il paesaggio mosso e ingrigito nell'ampia pozzanghera lì davanti. Il lampione immerso nell'acqua era una sfera luminosa tremante. I resto veniva distrutto e riformato di continuo dalla pioggia. Proprio in questo momento cercai di seguire la traiettoria delle gocce che, illuminate dall'alto sembravano scie luminose. Alzando la testa mi dilettai per un attimo ad allargare e restringere il punto focale fino ad arrivare all'origine di quelle piccole stelle cadenti, il punto più alto e vicino alla luce. Alcune scendevano giù dritte, altre sembravano tremolanti, come se svolazzassero sospinte da respiri deboli ed incostanti di vento. Quando lo scrosciare si fece irruento mi ritrovai di nuovo con lo sguardo nel vuoto, senza osservare nulla di preciso, ma con la percezione di tutto, che, tristemente sfocata, mi accompagnava nel giro guidato all'interno delle stanze più buie della mia memoria.
Nulla era veramente variato in quello che avevo davanti. Adesso ero io ad aggiungere. La dannosa mania di ricondurre tutto a se stessi. Protagonista dei miei giochi, il distruttore assoluto di ogni piccola gioia.
Aggiunsi bolle di sapone che si formavano, ondeggiavano e poi venivano sospinte verso l'alto fino a sparire. All'interno, un ruotare di scene di vita mi passava davanti. Alcune erano più rapidamente levigate nel formarsi e salivano più leggere, altre avevano una maggiore densità, come una schiuma che le copriva fino all'ultimo momento per poi sparire, rivelando l'immagine all'improvviso, senza lasciar possibilità di sfuggirle. Quest'ultime salivano a fatica e prima di farlo mi ondeggiavano a lungo davanti agli occhi. A nulla serviva soffiargli contro, cercar di prenderle con la mano significava sospingerle più in la dandogli l'occasione di ripresentarsi.
Questo era il mio contributo. Questo avevo dentro.
Continuai a sanguinare fin che le immagini non svanirono. Esausto vidi l'alba e camminando sotto la pioggia andai verso il mare pronto a svanire in una bolla di sapone.

 

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4 commenti:

  • Anonimo il 02/10/2010 05:58
    Quando la pioggia cade, a volte anch'io mi soffermo a guardare, e ne provo una emozione intensa. Restare lì, sotto un riparo qualsiasi, protetti dall'acqua ma partecipi di un'esperienza unica, irripetibile. Ed infine lascirsi coinvolgere, i capelli, i vestiti, l'anima lavati da quel liquido miracoloso.
    È bellissimo il tuo scritto, Glauco, ha il potere di far riemergere sensazioni che credevo sopite, ma che ognuno di noi conserva in qualche recondito angolo della coscienza.
  • Anonimo il 29/09/2010 20:07
    Belle sensazioni!
    Anch'io vorrei "svanire in una bolla di sapone"!


    A. R. G
  • Anonimo il 29/09/2010 17:09
    Atmosfera molto intima! Bel racconto
  • silvia ragazzoni il 29/09/2010 15:36
    riesce a trasmettere sensezioni, emozioni... ciò che una persona ha dentro ma non lascia trasparire fuori facendone un segreto di se stesso... bello!

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