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Breakeven
- E se tutto questo, tutto, non fosse che uno sbaglio. Un orrendo errore?
- Quando è stata l'ultima volta che mi hai davvero guardato?
Ti passo a prendere come al solito, sotto casa, dopo aver passato ore a casa intorpidito dai pensieri. Ho bevuto solo acqua e là fuori la pioggia ha smesso di tormentare la città. La mia vita ha preso per mano la giornata e solo adesso, quando scenderai, capisco che il limite è stato disintegrato.
Scendi e la notte ti è amica. Io sono il nemico. Il peggiore dei nemici. La catena è rotta e non ci sarà nessun rumore in questo buio. Me ne andrò nel silenzio.
Non è vero. Mentire è facile. Ancor più semplice è mentire a se stessi.
- Ciao.
- Perchè?
Mi guardi. Dai tuoi occhi grandi come nuvole si alza l'angoscia. Non mi capisci. Tu, nel tuo vestito nero, sensuale come un assolo di sassofono, stai smettendo di conoscermi. Deve essere così.
- Perchè cosa?
- Perchè non smetti di non capire?
- A che ora?
- Intorno alle undici. Mi raccomando. Lui. Nessun altro.
- Non farmi incazzare.
- Non si sa mai.
- Mi conosci.
- Conoscevo anche altri.
- E?
- Sono costretto a dirtelo.
La verità punge, la verità è una rosa che non deve essere regalata. Devi crescerla nel tuo giardino, innaffiarla, guardarla, proteggerla, parlarle. Io sono il nemico. Ho contro il mondo. Marte, la Luna, la Galassia. Questo sono e questo sarò.
- Non dovrai più chiudere gli occhi.
La frangia ti copre l'occhio, il buio l'altro. Sei sul punto di piangere. Quando hai smesso di vivere?
- Che cosa fai?
- Lavoro.
- Dove?
- Fai prima a non chiedermelo.
- Per chi sono quelle rose?
- Non importa.
- Me ne daresti una?
- Non posso. Non meriti una rosa senza spine.
- Lascialo decidere a me.
- Fai una cosa. Scappa da me.
- Non sei l'unico a combattere da solo.
- Voglio che sia così.
- Dovresti sorridere un po' di più. Il tuo sorriso si intona coi tuoi occhi. Vuoi lasciarli soli, senza un complice?
- E se non avessi più voglia di sorridere?
- Un uomo con un mazzo di rose senza spine... mi basta per non crederti. Non è che non hai voglia. Non vuoi. Quelle rose sono senza spine perchè così le hai volute.
- Ma tu cosa vuoi?
- Una di quelle rose. E baciarti.
- Un lavoro pulito.
- Quanto?
- Pulisci mai la cucina? Ecco, hai presente i fornelli? Prendi un paio di stracci e lo sgrassatore. Straccio, spruzzi, straccio e ti ci specchi, nessuna traccia del casino che hai combinato. Un lavoro da casalinga. Nessuno che possa lamentarsi.
- Nemmeno Dio?
- Nemmeno Satana.
- Corda o fucile?
- La collinetta del parco ha un ottimo panorama.
- Me la offri una sigaretta?
- Hai un accendino?
- La tua cicatrice sembra un serpente.
- Tocca piano.
- Combatti?
- Cosa?
- La notte, dico. Lividi e cicatrici sono il marchio del pericolo, della sorpresa. Per ogni centimetro di pelle che viene strappato l'anima aumenta di peso. Lo sento.
- Diciamo che combatto. Diciamo che ultimamente sono a dieta.
- Sai...
- Cosa?
- Credo di essermi innamorata di te.
L'amore è una malattia. Io non ho gli anticorpi adeguati. Sai, ho sempre creduto di non averne bisogno, che avrei vissuto sempre così, senza mai conoscerti. E cazzo, invece mi hai riempito di tatuaggi.
- Vado via.
- Perchè?
- Devo. Io sono un fantasma. Un fantasma non ha vita, oltrepassa i muri, senza lasciare ricordi. Un fantasma spaventa. Io sfioro la vita, la tocco appena senza annusarla, senza guardarla.
E le labbra. Rosse, piene, senza trucco. E le guance, scure come il sangue. E le mani, sottili come rametti. E gli occhi, vortici di un'anima senza tregua, in balia di un fantasma. Me.
Un giorno ti alzi e capisci che puoi vivere soltanto in un modo, che non esistono uscite d'emergenza, che i maniglioni anti panico sono guasti. Che puoi fumare senza che scatti qualche allarme anti incendio.
Che odi la vita. La odierai fino a che morirai. Vivere nell'ombra non sarà una costrizione ma un diritto legittimo. Non avrai più genitori e nemmeno amici.
Il destino ti investe anche quando hai il semaforo verde. Ti nascondi, ti rinchiudi, ma non serve, verrai stanato e travolto senza che tu possa pensare di riuscire a scappare.
E qua fuori nessuna macchina. Solo il silenzio della città che scricchiola ad ogni respiro, ad ogni nostro respiro, mentre i nostri occhi combattono e si massacrano, in attesa di un soffio, di una domanda, di un paio di risposte. Io sono uno spettro, il peggiore dei bastardi. Uno che ha regalato l'anima senza pensarci due volte. Tu puoi uccidere, mi hanno detto. Io posso uccidere, ho risposto.
E ora ti sto squartando, per l'ultima volta.
- Fai tu i piatti?
- Nessun problema.
- Mi raccomando i fornelli.
- Ce l'hai un altro straccio?
- Non te ne basta uno?
- Ce l'hai o non ce l'hai?
- Te lo vado a prendere.
- Posso chiederti una cosa?
- Lo sgrassatore è sotto il lavandino.
- Posso essermi innamorato di te?
- Quante?
- Cinque.
- Tutte rosse?
- Sì. Togli tutte le spine.
- Come sempre. Per chi sono?
- Non importa. Non importerà mai.
Stasera l'aria è circondata di spine, che ti graffiano il viso e le mani. Devi capirmi, altrimenti nulla avrà avuto senso. Posso asciugarti le lacrime, ma sarà l'ultima volta. Posso farti sorridere, ma sarà l'ultima volta. Posso amarti. Ti sto amando. Per l'ultima volta.
- Perchè?
- Smettila di chiederlo. Smettila di far finta di non conoscermi.
Sono un assassino. Io posso ucciderti, da un momento all'altro. Ti getto nel buio mentre stai facendo il bagno, con un proiettile. Posso soffocarti col nylon dopo che hai telefonato con tua moglie. Posso appenderti a una corda dopo che hai venduto la verità. Posso, posso, posso e posso. Solo chi sfiora la vita può capire quanto tu possa farne a meno, solo io posso odiarti così tanto. Solo chi odia se stesso può odiare gli altri.
Finora la mia vita è stata solo il riassunto di qualche dio minore. La sintesi senza trama di un'esistenza trascorsa galleggiando nell'aria del cielo. Ho smesso di essere figlio. Ho smesso di essere amico.
Devo smettere di essere amato e amare. Altrimenti tutto questo non avrò avuto senso. E quando sei un fantasma che passa lo straccio, spruzza e passa l'altro straccio, non puoi essere umano nemmeno in uno sguardo, nemmeno in un bacio.
- Io non posso esistere. E tu hai smesso di guardarmi da un pezzo.
Nessuna traccia di traffico, nessun cattivo ricordo. Nessun sogno. Sto per essere risucchiato nel mio vero universo parallelo. E devo lasciarti qui. Non posso permettermi il lusso di essere odiato da te. Altrimenti tutto questo non avrà avuto senso, devo solo tornare ad essere immaginato, ad essere illusione e delusione. Con te sono tornato ad essere denso, con l'anima che proiettava l'ombra di un qualcosa che stava riacquisendo l'umanità. Nessuna debolezza, nessuna bugia.
Devo tornare ad essere vetro.
- Finora non ho commesso che errori.
- Non sarei con te in questo letto.
- Sul serio. Però...
- Però?
- Tu sei qui, e...
- E?
- Dimmi? Sei un errore?
- Come l'ultima volta?
- Sì. Cinquanta subito e cinquanta dopo. Hai mai fatto a botte con una donna?
- Mai.
- Deve sembrare una rapina. Portati un coltello.
La prima volta che uccidi non è differente dalla seconda. La prima è uguale all'ultima e l'ultima è uguale alla prossima. Sei il vero cancro dell'evoluzione. Spezzi e smonti, distruggi e squarti. Sei condannato a non ridere eppure nascondi il sorriso e lo mostri allo specchio, ogni mattina, a ogni barba, a ogni deodorante. In quello specchio rimiri le macchie viola e gonfie che ti ha lasciato la tua vita.
Aspetti la prossima chiamata.
Aspetti il prossimo morto, il prossimo idiota che non merita più di vivere senza che tu sappia il perchè. Quanto vale una vita?
Quanto vale la morte?
- Io non sono niente. Ti sarà facile cancellarmi.
- E se non volessi?
- Ti sarà facile. La vita ti investe anche quando ha il semaforo rosso. Di giorno. In centro.
- E se tutto questo, tutto, non fosse che uno sbaglio. Un orrendo errore?
- Quando è stata l'ultima volta che mi hai davvero guardato?
Lì, ferma come un fiore nel mezzogiorno del deserto, senza nuvole e senza acqua, solo me, fantasma di vetro che deve scappare. Quanto vale l'omicidio? Quanto costa proteggere?
- Io sono un errore, sono il virus del sistema.
Dalla tasca lo tiro fuori. Lei si ferma, si ghiaccia. Nulla è più potente della verità. Nulla. Lo guardiamo insieme.
Entro in macchina e ne esco con il mazzo rosso.
Il coltello, il mio complice. Tutte le spine saltano. L'ultimo regalo. L'ultima apparizione dello scherzo della vita, me.
Devo scappare, il mondo si sta restringendo, l'universo sta collassando nel nulla.
Butto il coltello nella pozzanghera putrida della piccola pioggia che sta crescendo con lo scorrere dei secondi.
Mi guarda. Finalmente mi guarda. Il mondo è un'enorme serra, dove le uscite di emergenza sono nascoste ovunque.
Ho trovato la chiave. Devo solo trovare la porta giusta.
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0 recensioni:
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- hai colto l'influenza che maggiormente mi ha portato a scrivere questo raccontino. Avevo da poco finito di leggere Soffocare e nella testa ronzava continuamente Breakeven degli Script. Felice che ti sia piaciuto, anche se devo ammettere che questo è il racconto più "problematico"
buonissima giornata Verdiana
Guido
- Azz Guido, sono senza fiato. Come andare sull'ottovolante.
Chissà perché mi hai ricordato Chuck Palahniuk, Fight Club...
atmosfere inquietanti, noir, singulti di scrittura...
Difficile il tuttodialogo, ma affascinante!
- carissimo Marco, le critiche quando ci vogliono ci vogliono. ciò su cui mi ammonisci è legittimo perchè la tecnica che ho usato pretende maggior precisione. infatti anche ad altri lettori ho ammesso una certa possibilità di confusione, ma finora nell'insieme qualcuno, un po' a fatica, era riuscito a tessere la trama. spero che almeno in quello tu ti ci sia ritrovato
grazie mille davvero per quello che hai scritto, mi ha fatto davvero piacere (complimenti compresi), e un giorno mi spiegherai dove hai l'energia per scrivere così tanto alle quattro del mattino (da che pulpito)
buonissima giornata! a presto!
Guido
- ... e già, come dice Steven Tyler "you got the right key baby but the wrong key hole": dipende tutto da quale chiave hai e dal concetto di 'giusto' che gli assegni. Non a caso il celebre gangster di Chicago 'nemico pubblico' più famoso d'america - meglio noto come Al Capone - in un intervista dichiarò testualmente: "Ho speso i migliori anni della mia vita a procurare ai miei simili i migliori divertimenti, per aiutarli a vivere meglio, e la ricompensa e stata la calunnia e tutta un'esistenza da braccato". Anche "Two Guns", al secolo Crowley, il famoso pluriassassino che non fumava e non beveva così soprannominato perché scaricò ben due revolver sull'agente che osò chiedergli la patente, mentre era sotto l'assedio di 150 polizziotti che affollavano un rinomato quartiere newyorkese e che come lui spararono all'impazzata per più di un ora prima di catturarlo, scrisse in una lettera: "Sotto questi miei panni batte un cuore stanco ma gentile, che non farebbe male a una mosca"... e al braccio della morte di Sing Sing non disse nè pensò di essersi meritato quella punizione per tutti i suoi crimini, ma anzi, dichiarò: "questa è la ricompensa perché mi sono difeso". Lo stesso Dutch Anche Schultz, qualche mese prima di morire sotto i colpi di una banda rivale, intervistato da un giornalista si definì un "benefattore dell'umanità"... ma senza andare tanto lontano nel tempo e nello spazio potrei citare il nostro benemerito Presidente dei Coglioooops... del consiglio... ma lasciamo stare... dal canto mio, comunque, sebbene reputi il tuo modo di scrivere senz'altro godibile, soffro dei troppo frequenti, repentini e non segnalati cambi di scena, di inquadratura... nei dialoghi poi - sarà un mio limite probabilmente - mi perdo quasi sempre nella vana ricerca dell'appoggio di un aggettivo, una breve descrizione, anche solo un cenno ogni tanto della voce narrante che viene inesorabilmente a mancare; per poter indovinare chi parla - senza contare che serve 'vedere' quello che i personaggi fanno mentre parlano - e potrei andare avanti con le critiche ma BASTA... non te le meriti: perché comunque lo stile l'ho apprezzato nella raffinatezza che lo contraddistingue.
- grazie del suggerimento Lucia! ne farò tesoro anche per i prossimi racconti!
Guido
Anonimo il 18/10/2010 20:41
(dubito molto si liberino... poi, liberino... Si perdano. Ecco. Meglio dire così...)
aspetto con ansia altri racconti... non necessariamente correlati a questo...
ciao, bimbo!
- ehi robi, ovviamente hai capito un sacco di cose. ne sono contento, ho deciso di tagliare con la "libera interpretazione" del lettore, lasciando spazio solo alle sensazioni personali. e di essere più me stesso.
grazie mille, robi
chissà se davvero non si libereranno mai l'uno dell'altra
Guido
Anonimo il 18/10/2010 10:55
Guido!!! Sei un fenomeno!!!
Ehm.. non vorrei risultare sdolcinata o banale... ma a me questo flusso di pensieri discontinui (che mi è piaciuto da matti!!) sembra tenuto invisibilmente unito dall'amore - certo sui generis - tra lui e lei nell'auto.
Una sorta di amore "malato" (criminale, per riprendere la trasmissione che di sicuro pochi avranno seguito oltre a me!!!) ... non si "libereranno" mai l'uno dell'altra...
Sensazione personale eh.. poi magari non ho capito nulla
Mi piace Guido, davvero
- @Giovanni: grazie di cuore, effettivamente questa tipologia di racconti è dannatamente complessa. non riesci a stare dietro ad alcuni passaggi perchè effettivamente è un racconto scritto non molto bene. mi sono affidato alla "scritturadigetto" e mi sono accolto, leggendolo, di parecchi refusi e di passaggi non proprio limpidi. spero però che grosso modo tu sia riuscito a trarre la trama, i pensieri e il mio messaggio: ovvero ciò che pretendo da un bel racconto grazie ancora Gianni
@Nunzio: i tuoi complimenti mi riempiono il cuore. la tua analisi me la tengo come il più prezioso dei gioielli. Leggermi non deve farti male, non voglio. Io voglio disturbare e lasciare qualcosa a cui pensare (ovviamente voglio anche che chi legge pensi: che figata! ). Sei sempre tra i migliori, pochi dubbi.
@Michele: ahahahahah, per questo ti rimando al mio vecchio "Fornitore" (lo ricordi?) diciamo che più che aggirare le sei caratteristiche mi piace aggiungerne altre sei
ciao capitano
@Lucia: grazie Lucia, fiero e orgoglioso di essere un bimbo da seguire. uno dei complimenti più belli che mi abbiano mai rivolto sei davvero gentilissima, spero di non annoiarti e annoiare mai.
@Medina: hai colto alla grande a volte mi lascio ispirare da qualcosa che passa per radio... sulla soluzione al tuo piccolo dilemma... non ne ho la minima idea!
vi ringrazio tutti, con tonnellate di affetto.
non dimenticate mai però di esprimere critiche di qualsivoglia genere. sto cercando di imparare il più possibile e so che con gente come voi non può che essere così. per cui non negatemi mai consigli e suggerimenti, nel modo più assoluto.
se ultimamente sono migliorato...è anche merito vostro, dei vostri racconti che leggo (li leggo li leggo anche se qualche volta non commento) e dei commenti che mi lasciate.
siete i migliori compagni di viaggio che possa desiderare...
buonanotte nottosa e felice inizio di settimana a tutti!!!!!
Guido
Anonimo il 17/10/2010 22:58
The Script? Piccola peste! Sai come si fa a smettere di leggerla e rileggerla e rileggerla e riggerla? Grazie.
Anonimo il 17/10/2010 22:56
Sì. Decisamente da seguire questo bimbo...
Decisamente!
- Guido, ogni tanto mi viene voglia di chiederti chi sia il tuo fornitore perchè dev'essere roba davvero forte.
A volte mi diverto a pensare alle sei caratteristiche che ci chiedono per la pubblicazione e a ciò che ci scrivi tu, credo sia la parte più difficile di certi tuoi racconti. Ahahahahahahahah!
Mi unisco ai miei predecessori, anche alla rinuncia di Nunzio che mi pare la resa dello scalatore nei confronti del compagno di cordata più vigoroso.
Anonimo il 17/10/2010 19:25
La trama sembra inesistente, una serie di pensieri slegati, impressioni subitanee non necessariamente conseguenziali. Poi lo rileggi e ti accorgi che non è così. Perchè hai costruito un tessuto fatto di sola orditura, tanti fili verticali legati dalla coesione del tuo pensiero. Leggerti mi fa male Guido, perchè mi rende consapevole del fatto che io non potrò mai scrivere in questo modo. Mai.
Ti auguro ogni bene.
Ciao.
- È maledettamente complicato imbrogliare le carte con una scrittura fatta di spezzoni. Ne può uscire qualcosa di indigesto. Tu sei invece riuscito a trasmettere emozioni autentiche (anche se non riesco a stare dietro alla logica di ciascun passaggio). Veramente bravo!
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