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I tre tulipani
Il sole dall'alto riscaldava il mattino di quel giorno di inizio primavera accompagnato da un dolce canto; come ogni anno, la natura rispondeva a quel richiamo, e tutte le sue creature cominciavano ad aprire gli occhi a nuova vita. Il primo a destarsi, fu Pan :
"ragazzi! ragazzi! ehi! Svegliatevi! sveeegliiiaaaa! Guardate! Che cos'è quella luce? Guardate in alto, ve lo dicevo che non poteva essere tutto qui, ma che c'era dell'altro... evviva!"
Scosso da tutto quel trambusto, Li aprì gli occhi:
"eh? Cos'è? Chi urla? Pan, sei tu? Sempre il solito, sono stanco dei tuoi discorsi insensati! Sono stanco! Perché urli? dormivo così bene!"
" guarda in alto Li!" disse con voce eccitata Pan. "guarda sopra di noi, si è accesa una luce; speranza; novità; evviva! cosa può essere secondo te?"
"non lo so" rispose Li "però, io non mi fido; non mi piace; è meglio aspettare; cosa ne pensi Tu?" Ma Tu dormiva ancora, oppure, come al suo solito, la paura che albergava dentro di lui, aveva preso il sopravvento e faceva finta di non sentire; allora Li, conoscendo bene suo fratello, cominciò a percuoterlo: "ehi! Tu, ehi! Tu, apri gli occhi, lo so che sei sveglio; Tu! Tu! sve-glia-ti!"
"che c'è? Che c'è?" urlò seccato Tu "metti giù le tue mani ruvide e nodose! mi rovini la pellicina! lo sai che è delicata! e poi, non urlare in questo modo; non sono mica sordo! Che c'è?".
Li e Pan, l'uno preoccupato, l'altro sempre più eccitato, risposero insieme:
"guarda sopra di noi, è apparsa una luce, cosa dici di fare?"
"Aspettiamo; ho paura!" rispose timidamente Tu "perché rischiare di metterci nei guai?".
Ma Pan era profondamente attratto da quella luce; ne era ossessionato; aveva spesso sognato che ci fosse un altro mondo possibile oltre quella grotta in cui insieme ai suoi fratelli, divideva uno spazio che diveniva ogni giorno più stretto. Li, come al suo solito, non dava mai giudizi o pareri precisi; rimaneva sempre sul vago e lasciava che a decidere fossero gli altri due, tanto per lui, una scelta valeva l'altra: non voleva attribuirsi ne meriti, tanto meno colpe. Tu invece, aveva paura di tutto, e dietro quella paura si faceva scudo, giustificando le sue scelte: i tre fratelli, cominciarono a discutere. Li, dopo aver ascoltato in silenzio le ragioni di Tu e Pan, si era quasi subito estraniato dal dibattito:
"aaahh decidete voi, per me qualsiasi scelta va bene, basta che non fate rumore" e così dicendo, tornò a dormire. La discussione di gruppo diventò così, un faccia a faccia tra Tu e Pan che si sfidarono a colpi di se, ma e però, senza comunque giungere ad una conclusione; erano ormai allo stremo delle forze, quando a Pan, venne in mente un idea: fare leva sulla vanità del fratello;
" Tu, fratello mio, sei così bello! Hai una pelle così morbida! è un peccato che un essere tanto prezioso, se ne stia nascosto in questo posto così buio e umido, e se oltre quella luce ci fossero altri come noi a cui mostrare la tua magnificenza? Vorrebbe dire altri compiaciuti di compiacere il tuo splendore! non trovi? Perché non andiamo a vedere?" disse suadentemente Pan.
"Beh... Lo so di essere bello. Cavolo se sono bello! Sono il più bello, però..." e qui Tu, venne interrotto da Pan che ormai sapeva di averlo in pugno:
"però cosa? tu sei il più bello di questo mondo, perché nasconderti?".
Tu, ormai, si era quasi convinto e stava per cedere alle parole del fratello quando ad un tratto, la sua radicata paura, che fino ad allora era rimasta seduta in silenzio ad ascoltare, formulò una domanda : "e se ci fosse qualcuno più bello di te?"; e così, davanti a quel dubbio che continuava a ronzargli nella testa, Tu, prese la sua decisione :
"Pan! ho paura, e se poi scoprissi di non essere il più bello di tutti, cosa farei? potrei più tornare indietro? E anche se potessi tornare, potrei ignorare? No! Non credo! Preferisco rimanere qui tra queste pareti nella certezza di un mondo che conosco, mi dispiace"
"va bene Tu" rispose Pan " voi due fate come volete, io parto; dispiace anche a me, ma quello che mi circonda, senza offesa, non mi basta più; a costo della vita, voglio scoprire cos'è quella luce; non posso ignorarne l'esistenza! Addio fratello! prenditi cura di Li e raccontagli della mia partenza, sono sicuro che capirà!" e così dicendo si allungò scomparendo oltre la luce.
Tu guardò il fratello e senza dire niente, sospirando di malinconia, abbracciò Li che stava ancora dormendo.
Quando Li aprì gli occhi, guardando in alto, si accorse che la luce che aveva turbato la loro quiete non c'era più, e così chiamò i suoi fratelli per chiedere spiegazioni:
"Tu, Pan, svegliatevi, avete preso una decisione? Come mai la luce non c'è più?" a quelle parole, rispose solo Tu che tiferì dell'accaduto.
"Il solito testone!" disse Li "speriamo almeno che stia bene e non si sia cacciato in qualche guaio". "Speriamo!" rispose Tu.
Passò del tempo; tempo in cui Tu e Li si trovavano a ricordare i momenti quando erano in tre ma anche a farsi delle domande a cui potevano dare solo ipotetiche risposte; per il resto non era cambiato molto:Tu si lamentava del buio e dell'umidità che rovinava la sua pelle o lodava il suo essere, mentre Li, faceva finta di ascoltare o dormire, ma dentro, pensava al fratello partito, al suo coraggio, ed al fatto che cominciava ad andare stretto anche a lui quel mondo.
Così un giorno:
"Tu. ho deciso! Questa è la prima volta che mi trovo a decidere da solo e ti assicuro che ho paura, però, voglio partire alla ricerca di Pan; vuoi venire con me?" chiese a Li. " No, no, no! Ho paura, non lasciarmi, ti prego" piagnucolò Tu.
"Se non vuoi restare solo, allora parti insieme a me!" ribadì Li.
"No, no, no! Ho paura! non lasciarmi solo" piagnucolò nuovamente Tu.
A quel punto, Li capì che se veramente voleva andarsene, doveva partire da solo; così, se da una parte gli dispiaceva lasciare da solo suo fratello, dall'altra, sopra di lui, c'era un altro fratello che era partito e ora gli dava il coraggio per partire a sua volta, perché per quanto il viaggio fosse verso l'ignoto, sapeva che non si sarebbe trovato solo; Li guardò verso l'alto, verso il basso e poi nuovamente verso l'alto e gridando
"ci vediamo Tu!", allungò il collo verso il punto dove era sparito Pan;
davanti a lui l'ignoto, dietro di lui un presente sempre troppo uguale che lamentandosi per l'ultima volta gridò : "noooooo!!!!".
fu un attimo impercettibile. Li, al momento del salto, non guardò e non pensò. Quando riaprì gli occhi, intorno a lui vide una distesa di colonne verdi che sull'estremità superiore ospitavano calici dagli infiniti colori intenti a ridere, scherzare, cantare e ballare. Oltre quelle alte corolle, riconobbe, ma molto più grande, quella luce che aveva spaccato l'equilibrio del loro, fino ad allora, piccolo mondo; poi guardò in giù e vide erba, terra e per la prima volta il suo corpo; allora, non vedendolo vicino a lui dove si sarebbe dovuto trovare, chiamò a gran voce il fratello:
"Paaan! Dove sei?; Paan!" Ma non avendo risposta cominciò a piangere.
"Buona vita piccolo! Benvenuto tra noi" borbotto una voce sopra di lui "perché piangi?"
Li, ancora scosso rispose: " sto cercando mio fratello Pan, sai dov'è andato?"
"tuo fratello? Si lo ricordo" rispose l'anziano fiore "è cresciuto in fretta, era affascinato da quella grande luce sopra di noi e non smetteva mai di fissarla; una volta cresciuto, cominciò a fare strani discorsi con i grandi uccelli bianchi e se ne fece uno come amico; parlavano, parlavano e parlavano e lui, domandava, domandava e domandava, non era mai stanco di ascoltare quei racconti.
"voglio andare via!"" mi disse un giorno; via? domandai io, noi, siamo tulipani, non possiamo andare via! non mi rispose ma il giorno dopo, al mio fianco non c'era più; la storia raccontata da chi l'ha visto, è che si sia fatto dare un passaggio dal suo amico, e che insieme siano spariti verso la grande luce; il resto è leggenda.
"Li sospirò ridendo di malinconia poi disse "forse è questo il destino di chi è nato per sognare"
"Lo penso anch'io!" rispose il vecchio tulipano giallo"ma dimmi una cosa: la sotto, non dovevate essere in due? Il terzo fratello perché tarda ad uscire?".
Allora Li raccontò di Tu e di come era fatto, delle sue paure e di tutto il resto e quando ebbe finito, il suo nuovo amico rispose: "noi non possiamo fare niente; così come non si può fermare chi è intenzionato a partire, non si può nemmeno aiutare chi non riesce a sentire, oppure pur sentendolo ignora, il richiamo della vita; il richiamo di tutto quello che ora vedi intorno a te." Li non disse più niente e chiudendo gli occhi, si fece coccolare dalla leggera brezza di mezza primavera.
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