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Astronavatar
Base Luna Atlas 2
Comando Operativo Avatar
2238/07/19
Nella sala riservata all'Alto Comando Operativo il generale Bannion entra con piglio sicuro seguito dal suo vice il colonnello Dufour che, piccolo di statura, fatica a star dietro all'irruente comandante.
Sono le 11, 30 in punto, l'ora precisa fissata per l'incontro degli ufficiali componenti la Squadra Operativa Avt-2, dove Avt sta per Avatar, il generale si dirige marzialmente verso il grande tavolo a mezza luna che occupa un intero lato corto della sala rettangolare. Qui giunto si ferma ad osservare gli ufficiali che, sull'attenti, lo fronteggiano. Sono in tutto otto di cui cinque uomini e tre donne. Dopo aver dato loro un esauriente sguardo, soddisfatto, indica loro le sedie e con gesto eloquente invita a sedere.
Il colonnello Dufour, dopo aver accostato una sedia e atteso che l'ufficiale superiore prenda posto, siede anch'egli non prima di aver tirato fuori da una cartella nera un fascio di svolazzanti documenti posizionandoli davanti al comandante che con un cenno del capo ringrazia.
"Bene, ho qui i documenti che riguardano ognuno di voi, ma sarebbe bene fare le presentazioni prima di iniziare. Maggiore Reuters?, lei è il comandante della missione, capitano bartlet?, lei è l'ufficiale addetto alle macchine di bordo? - computers, signore, precisò l'interessato - ah sì, scusi, poi vediamo.. capitano Mayden, lei è la biologa, tenente Paulie e tenente Anghels rispettivamente psicologa e chimica, signore fate onore alla vostra bellezza, ehm vediamo, lei è il tenente Cyprus, astrofisico e lei il tenente Driver, matematico. E Infine il maggiore Bells, l'ufficiale di collegamento alla base."
Dopo aver concesso agli otto ufficiali il tempo di esprimere con un sorriso di accondiscendenza una muta risposta alle presentazioni appena fatte, il generale Bannion prosegue:
"Dunque, signori, siete reduci da due mesi di intenso addestramento per cui dovreste essere pronti per la missione che vi verrò affidata. Immagino non sappiate nulla, vero?" e dopo un coro di cenni di conferma riprende imperturbabile.
"Circa sei mesi fa, per uno strano scherzo del destino, il telescopio di questa base è stato accidentalmente puntato nella direzione della galassia di Andromeda... dica maggiore.." Il maggiore Reuters con un cenno della mano aveva attirato l'attenzione del generale e, ottenuto il permesso chiede:
"Che significa, accidentalmente, signore?"
"Ecco, maggiore, significa ciò che ho detto, è stato un puro caso perché è un quadrante cosmico che conosciamo bene e da dove ormai non abbiamo più nulla da chiedere. Invece, come detto, per puro caso il dottor Shepard si è trovato a puntarlo proprio lì, Seconda casualità che venisse puntato in una direzione dove non doveva a rigor di logica trovarsi nulla, invece, con grande sorpresa si è trovato davanti una micro galassia nana composta da circa seimila stelle."
"Cosa c'è di strano, signore?" interviene nuovamente Reuter.
"Che in quel punto non doveva esserci nulla. In pratica la micro galassia si trova ad una distanza intermedia tra la via Lattea e Andromeda, cioè a circa un milione di anni luce da noi. Finora non era stata mai osservata perché si trovava dall'altra parte di Andromeda, e improvvisamente è schizzata fuori, dirigendosi verso la via Lattea."
"Sarebbe a dire, signore?" chiede interessato il tenente Cyprus, l'astrofisico del gruppo.
"Che punta come un proiettile verso la via Lattea, ad una velocità di oltre seicento chilometri al secondo"
"Comunque ce ne vorrà di tempo per coprire la distanza di un milione di anni luce" dice Driver, il matematico.
"Oh, sì certo, non è questo che ci preoccupa. A dir la verità nulla ci preoccupa. Abbiamo solo riscontrato una certa anomalia nella microgalassia Shepard, sì le abbiamo dato il nome dello scopritore. Di questo ve ne parlerà il colonnello Dufour, prego" Il colonnello, invitato, tira fuori altri fogli dalla cartella e inizia.
"Dai rilevamenti effettuati questa nana risulta abbia un'età ragguardevole, oltre tredici miliardi di anni luce, perciò è composta da stelle vecchie e, stranamente, tutte destinate ad una morte incruenta, in pratica si trasformeranno una dopo l'altra in nane nere e quindi in corpi amorfi. Già questa è una rarità cosmica, in oltre seimila stelle nessuna nana gialla e quindi nessuna super nova. Ciò che ha attirato la nostra attenzione è un punto luminoso, quasi al centro della nana, emettente una vivida luce continua. Ciò significa che non si tratta di una stella ma di un pianeta. Ebbene non vi sono, a nostra conoscenza, nell'universo pianeti che emettano una luce così vivida e da una fonte di così grande distanza. Perciò è stato deciso di mandare una squadra esplorativa."
"A un milione di anni luce?" chiede stupito Bartlet, l'ufficiale di rotta.
"Sì signori, spediremo una squadra avatar"
"Una squadra avatar? Non siamo mica dietro l'angolo?" esclama Cyprus,
"Non è affatto possibile!" fa eco Bartlet.
"Lo sarà, signori, abbiamo messo a punto una strategia che ci consentirà la riuscita dell'operazione"
"Come?" chiede semplicemente Mayden, la biologa.
"Maggiore Reuter, lei che sarà l'ufficiale comandante la missione, vuole ricordarci quale tipo di addestramento ha ricevuto la sua squadra?"
"Beh, a dire la verità è stato un lavoro piuttosto specifico... siamo stati addestrati a recarci sui vari pianeti del nostro sistema solare"
"In che modo, maggiore?"
"Collocando dei terminali che hanno fatto da riferimento ai nostri avatar"
"Fin dove vi siete spinti? Non è vero che avete fatto esperimenti oltre Plutone?"
"Sì, su Sirio 2, precisamente su Agapito IV, è un piccolo satellite di Agapito, un gigante gassoso del sistema Sirio 2"
"Come avete raggiunto Agapito IV? Voglio dire come avete effettuato il collegamento con l'avatar?"
"Con un raggio laser, vero Cyprus? L'avatar ha seguito la direzione del raggio"
"Esatto maggiore, con lo stesso metodo andrete su Lucius, il pianeta della microgalassia"
"Mi scusi signore, sono una matematica e di queste cose non me ne intendo, ma davvero un raggio laser potrebbe arrivare su Lucius? E in quanto tempo verrebbe coperta la distanza? Non possiamo essere ibernati, perderemmo il collegamento con i nostri avatar"
"Comprendo le sue preoccupazioni tenente Paulie, l'avatar potrebbe danneggiare le vostre menti ma non ci sarà questo pericolo. Il vostro raggio propulsore sarà quello del telescopio"
"Ma a che velocità viaggeremo? La nostra mente come ne uscirà?"
"A una velocità inimmaginabile, non verrete ibernati ma solo... come dire.. anestesizzati"
"Vomiteremo anche l'anima, allora!"
"È l'unico inconveniente a cui potreste andare incontro, ma non è nemmeno accertato"
"Quanto tempo impiegheremo per il viaggio?"
"Circa dodici ore" La rivelazione, detta così a bruciapelo, lascia attoniti gli otto avatarnauti.
"Un milione di anni luce in soli dodici ore?" esclama Bartlet, attonito.
"Ci verrà iniettato qualcosa per sopportare il balzo?" chiede con apparente calma Anghels.
"Si, signora, esomeprazolo a gocce, vi verrà iniettato tramite flebo endovenosa"
"In pratica un comune rimedio al mal di mare!" afferma lei.
"In dosi tali da combattere il mal di cosmo" suggerisce Bartlet.
"Signore - dice Reuter rivolgendosi al colonnello ma indirettamente al generale Bannion - in pratica saremo delle cavie per un esperimento finora mai tentato?"
"Maggiore non correrete alcun pericolo di morte" risponde il colonnello Dufour.
"Ma potremmo diventare degli zombi" insiste il maggiore Reuter.
"Con l'avatar è un rischio che si corre in ogni momento. Altre domande?" Nessuno risponde.
"Bene, allora signori buon lavoro!" Ma prima che qualcuno dei presenti si alzi, con un leggero colpo di tosse il maggiore Bells attira su di se l'attenzione di tutti. Battendosi una mano sulla fronte il generale Bannion riprende la parola.
"Dimenticavo il maggiore Bells, egli sarà l'ufficiale di collegamento qui alla base e sarà in diretto contatto con lei maggiore Reuter. Il maggiore Bells avrà solo la fortuna di non essere anestetizzato, per il resto l'esito della missione dipenderà molto dal collegamento che avrà con Reuter. "
"Come farete a interpretare ciò che mi verrà comunicato da Reuter?" chiede Bell al superiore.
"Lei, maggiore, sarà costantemente monitorato, una speciale apparecchiatura registrerà ogni impulso della sua mente e provvederà a decodificarlo. Non temete, la decodifica avverrà in pochi minuti, tre al massimo."
"In che modo effettueremo il viaggio?"
"Verrete incapsulati in singole cellule che saranno tutte insieme collegate tra loro e depositate in una cabina grande abbastanza da comprenderle tutte."
"A che scopo inserirci in una cabina unica?"
"Così avrete l'impressione di essere su una nave galattica, diciamo una cosmonave"
"Cosmonave? Sarebbe più opportuna chiamarla una astronavatar, no?"
"Sì, chiamamola pure così, non mi dispiace il termine, suona anche bene."
"Allora c'è altro da sapere signore?"
Credo sia davvero tutto, Signori vi lascio alle vostre incombenze."
Comando Operativo Avatar
2238/07/24 ora locale 07, 19
Il colonnello Dufour dopo aver compiuto per l'ennesima volta il percorso d'ispezione delle sette capsule (così vengono volgarmente chiamate le cabine degli atavarnauti) si ferma in adiacenza di quella del maggiore Reuter. Il conto alla rovescia non è ancora iniziato, si sta ancora armeggiando con il grosso flacone da un litro di esomeprazolo. I due ufficiali si guardano soppesandosi l'un l'altro.
"Si ricordi, maggiore, ciò che le ho detto dozzine di volte, in caso di pericolo comunichi immediatamente con il maggiore Bells e in un paio di minuti staccheremo ogni collegamento."
"Non erano tre i minuti?"
"E lei non aspetti l'ultimo secondo. Vedrà che tutto andrà bene"
"Partiremo tutti insieme o scaglionati?"
"Tutti insieme"
"Come faremo? Non abbiamo tutti lo stesso tempo di reazione al farmaco"
"Dalle analisi sappiamo i tempi di ognuno e in base a ciò è stata programmata la vostra dose iniziale "
"Ok, non vi siete lasciati sfuggire niente a quanto vedo"
"Non abbiamo lasciato nulla al caso, semmai"
"Ma guarda un po?" tronca la discussione Reuter con malcelato sarcasmo che irrita il colonnello.
"Stia bene maggiore, ci rivedremo tra ventiquattrore"
"Stia bene anche lei colonnello"
Nei minuti successivi i preparativi si fanno più serrati, poi vengono chiuse le cabine e aperta la flebo dell'esomeprazolo. Un minuto dopo i sette atavarnauti cadono in un lungo stato di dormiveglia. Alle sette e trenta inizia il loro viaggio verso il pianeta Lucius nella micro galassia nana di Shepard.
Per undici ore nella sala degli avatar non succede assolutamente nulla. Tutto il personale presente, medico e paramedico, assiste annoiato agli impulsi nervosi che regolarmente si manifestano sui corpi e volti dei sette ufficiali. Eppure sono tutti ben consapevoli dell'importanza di quella missione apparentemente staticizzata nelle sette capsule allineate nella sala.
Nella mente degli avatarnauti succede ben poco se non una continua escalation di frattali colorati che si succedono a velocità vertiginosa uno dopo l'altro. Tutti, chi più chi meno, manifestano con moti impulsivi e smorfie facciali i passaggi alle varie fasi del viaggio. Infine, circa due ore dopo, gli stessi impulsi cessano quasi del tutto e sui volti dei sette si stampa una maschera di tranquillità. Gli addetti alle apparecchiature scrutano il grande orologio a parete e secondo i calcoli, gli avatar sono ora appena usciti dalla spirale della Via Lattea. Il vuoto circonda ora i sette ufficiali e perciò le loro menti non vengono sollecitate da immagini colorate a velocità vertiginose. I volti si distendono e avviene così la prima trasmissione di pensiero tra il maggiore Reuter e il suo collega Bells.
"Bells? Ci sei?"
"Sono tutto tuo Reuter, passata la bufera?
"Sì, è stato tremendo, non puoi nemmeno immaginarlo!"
"Invece lo immagino benissimo, sono stato collegato con te per tutto il tempo e ho visto ciò che hai visto tu, beh.. quasi, tranne alcune immagini personali"
"Sì? E come fai a non intrometterti nelle faccende personali?"
"Ho distolto la mente, pensando ad altro. Non sono un guardone io!"
"Ma va? Fammi vedere le mani, porcello!"
"Va al diavolo Reuter, non perdi mai il vizio di fare il sarcastico"
"Non quando so di essere spiato dal buco della serratura"
"Sai che ti dico? Adesso che so chi è spero che tu vada a farti sfottere nel cosmo così ho campo libero"
"E se era un viados? Sghignazza Reuter.
"Saranno sempre cazzi suoi, io non vado tanto per il sottile" dopodichè mentalmente ridono entrambi divertiti per lo scambio di punzecchiature.
"Dì, hai percepito qualcosa dagli altri?"
"No, solo da te, lo sai come sono collegato"
"Sai, ti sembrerà strano ma mi sento stanco, ho voglia di chiudere gli occhi e dormire"
"Non so se è normale, mando un impulso al nostro generatore?"
"Sì, fallo, ho veramente voglia di dormire"
Dopo cinque minuti Reuter ottiene la tanto sperata risposta, tutto è dovuto alla dose del farmaco, predisposta per il tragitto interno alla Via Lattea, ora possono ridurre la dose. In tal modo viene meno lo stimolo del sonno ma il corpo entra in uno stato di dolce torpore, simile a quello che si prova stando immersi in una vasca da bagno colma di acqua tiepida. I due ufficiali, comunque, interrompono il collegamento attivo per godersi quelle ore di calma.
Ora locale 18, 20
Le attività mentali degli avatarnauti riprendono lentamente vigore, le immagini che erano cessate dopo l'uscita dalla Via Lattea riprendono timidamente a scorrere. I corpi danno segni di vitalità con leggeri stimoli nervosi. Cinque minuti dopo, l'attività raggiunge il massimo e il maggiore Reuter interrompe il silenzio mentale collegandosi con i suoi ufficiali.
"Ragazzi, si siete tutti? Facciamo l'appello? Capitano Bartlet?
"Sì, ci sono, mi ero solo assentato un tantino!"
"Capitano Mayden?"
"Fresca come una rosa, maggiore"
"Driver, Cyprus? Ci siete?"
"Ci sono" "Anch'io"
"Paulie? Anghels? Tutto bene?
"Sì capo tutto a posto, almeno per me!"
"Sì, anche per me, maggiore"
"Ok, Bartlet, alza il pannello esterno, vediamo dove siamo finiti!"
"Subito, speriamo di non aver fatto un buco nell'acqua"
Pochi secondi dopo il grande pannello frontale della astronavatar si apre in quattro spicchi scorrendo verso le pareti esterne. Davanti a loro, a circa centomilioni di chilometri una magica pallina splendente di una vivida luce gialla, intensa ma non abbagliante che si ingrandisce a vista d'occhio.
La visione lascia incantati i sette militari e, solo dopo lunghi secondi, il primo a rompere l'incantesimo è il tenente Anghels.
"Dio, è davvero spettacolare! Non è abbagliante come la luce di una stella, se inforchiamo gli occhiali da sole non dovremmo avere alcun problema" Seguono tutti il consiglio e così si ritrovano ad ammirare in tutta la sua bellezza quella magica sfera che ormai ha raggiunto le dimensioni della nostra Luna. E ancora va ingrandendosi, sebbene molto lentamente.
"Brtlet, quanto sarà grande? Chiede Reuter.
"Direi più o meno quanto Marte, Driver convieni?"
"Sì, sono d'accordo con te, dovremo fare dei calcoli"
"Mi sto chiedendo il perché di questa colorazione, di cosa si compone la superficie?"
"Sei tu la chimica, Anghels, elabora i dati al computer con Bartlet"
"Io credo di aver fatto un viaggio inutile, non mi pare ci sia presenza di vita lassù"
"Mayden, mia cara, tu sei l'ufficiale in seconda, che ti piaccia o no..."
"Dicevo tanto per dire, come sei permaloso, capo!"
"Devo intervenire?" chiede ridendo Paulie, la psicologa del gruppo.
"Dammi cinque minuti che mi preparo"
"Abbiamo i dati del pianeta, cosa ne facciamo?" Chiede Cyprus al maggiore.
"Trasmetti tutto a Bartlet, che li immette nel cervellone.
"Faccio lo stesso?" chiede a sua volta Driver.
"Uno alla volta per favore, datemi il tempo di postarli"
"Sta invecchiando l'amico" sussurra Driver rivolto a Cyprus,
"Tenente al ritorno si presenti da me!" ordina Bartlet che ha sentito tutto.
"Va bene capitano, porto un paio di birre?"
"Almeno tre, e altre tre quell'altro scagnozzo"
"Ehi, che c'entro io ora?"
"In tre si beve meglio"
"E i testimoni?" chiedono ridendo le tre donne. L'atmosfera nella astronavatar si scioglie abbastanza da consentire loro di dedicarsi con sollievo all'analisi del pianeta Lucius.
Infine, dopo pochi minuti la astronavatar arriva a sfiorare la superficie del pianeta.
"Accidenti che razza di colore" afferma Mayden.
"È un giallo vivo, un giallo limone" dice Paulie.
"Sarà un pianeta itterico" scherza Enghels.
"Ragazze, fatela finita" ordina Reuter, immerso nelle sue osservazioni.
"Dovremo mandare una sonda" afferma infine.
"Una sonda? E perché poi? Può scendere uno di noi!" dice Paulie.
"Secondo te si può fare?" chiede Ruter.
"Perché no, voialtri cosa ne pensate?"
"Penso di si" afferma Mayden, la biologa del gruppo.
"Beh, se c'è qualcuno che dovrebbe farlo quella sei tu, oppure Enghels" afferma Bartlet.
"Lo so, e lo faccio volentieri, preferibilmente non da sola. Enghels, vieni con me?"
"Non so, non sarà pericoloso? È già troppo quello che abbiamo fatto... No, non me la sento, mi dispiace!"
"Non pensarci, ti comprendo. Allora ci vado sola!"
"Sei sicura di volerlo fare, Mayden"
"Sì, maggiore, a meno che tu non voglia farmi compagnia"
"Non tentarmi, lo sai che non posso"
"Allora ci vado sola, porto con me il rilevatore chimico, sono proprio curiosa di sapere di cosa è fatta questa bella sfera itterica!"
"Ok, sei pronta? Allora vai, siamo fermi ad un'altezza di venti metri"
"Ok, giù la capsula allora"
Dalla astronavatar i colleghi della biologa osservano la donna chinarsi sulla superficie del pianeta e posare il rilevatore sul giallo terreno del pianeta, quindi la Mayden fare un improvviso balzo indietro come se la superficie scottasse, e infine ritornare velocemente sui suoi passi. Alcuni minuti dopo è rientrata nella astronavatar. Il viso quasi stravolto della collega e il respiro agitato mette tutti in apprensione, infine il maggiore Reuter, rompendo gli indugi le chiede cosa abbia.
"Sono esterrefatta, guardate il rilevatore"
"Cosa indica?" gli chiede qualcuno di loro. Lei si rivolge a Reuter e dice.
"È oro. La superficie del pianeta è tutta d'oro!
"Oro? - le rispondono in coro - tutta la superficie è d'oro?"
"Anzi, tutto il pianeta è d'oro, fino al midollo!" esclama ancora stupefatta lei.
"Un pianeta tutto d'oro! Ma come è possibile?" chiede Reuter
"Non lo so, nell'universo tutto è possibile!"
"Questo ci pone al centro di un bel dilemma!" esclama seria Paulie.
"Che vuoi dire?" le chiede Reuter.
"Mi chiedo cosa potrebbe scatenare una notizia simile sulla Terra. Pensateci, un pianeta d'oro a disposizione di tutta l'umanità. Sarebbe la fine di tutto il genere umano. Non è nemmeno un secolo che siamo usciti fuori dalle guerre continue, anche gli ultimi focolai sono stati spenti, ed ora una notizia simile potrebbe riaccenderli tutti in una volta. Senza alcun ritegno sarebbe la fine dell'intera umanità!"
Mentre lei parlava il gruppo è stato ad ascoltarla in silenzio, ognuno ponderando quanto abbia detto, infine tutti rivolgono i loro occhi su Reuter, egli è infatti l'ufficiale comandante della astronavatar.
Reuter si rende conto del peso delle parole di Paulie e rapidamente assimila il concetto da lei esposto, infine, facendolo proprio si rivolge a tutti dicendo:
"Paulie ha ragione, non dovremmo comunicare questa scoperta alla base, anzi dovremmo fare in modo di cancellarla dalla nostra mente".
"Come possiamo, siamo avatar, non possiamo cancellarla" chiede Driver.
"Sì che possiamo, e voi lo sapete meglio di me, il come"
"D'accordo, ma questo implica la nostra fine, la fine della nostra esistenza"
"Sì, è un sacrificio che dovremo fare. Dobbiamo cancellarci e al nostro ritorno saremo solo dei corpi senza alcuna memoria"
"Come faremo a cancellarci?"
"Diremo che la astronavatar è stata attratta dalla stella di Lucius e l'ha ingoiata e che il pianeta è ricoperto da una strana sostanza venefica giallastra che induce alla perdita dei sensi da parte di chi la respira, così giustificheremo la nostra arrendevolezza."
"I nostri corpi saranno privati dell'avatar"
"È il male minore" esplicita Reuter.
"E con il maggiore Bells come la mettiamo?" chiede Bartlet.
"A lui ci penso io, sì lasciate fare a me, per favore!"
"Ok capo, il comandante sei tu. Qui siamo tutti con te!" conferma Mayden.
"Bells, mi senti?"
"Sì Reuter, forte e chiaro"
"Dovrei dirti una cosa"
"Stupido, so già quello che vuoi dirmi, possibile che non ti entra nella testa che siamo collegati a filo diretto noi due!
"Allora mi puoi risparmiare le parole, dimmi cosa ne pensi"
"Sono d'accordo con voi, dobbiamo solo trovare il sistema per fare fesso il generatore, ricorda che abbiamo a disposizione solo tre minuti"
"Noi qui, sappiamo come fare, butteremo la astronavatar nella brace di una stella. A quel punto tu cosa puoi fare?"
"Mandami un impulso gamma. Questo non mi darà il tempo di far intervenire il generatore"
"Un impulso gamma? Dovrei ucciderti?"
"Perché voi lassù non dovreste farlo?
"Dopo anche tu sarai un corpo senza avatar"
"Chi se ne frega se poi la contropartita sarà la morte di tutti!"
"Le nostre menti non ricorderanno nulla"
"Meglio così, sai quante belle cose non ho potuto fare fino ad oggi e che dopo farò con immenso piacere?"
"Sì?, dimmene una"
"Vorrei tanto leggere un vecchio libro di favole, non sono mai riuscito a farlo"
"Come si chiama, magari nel nostro subconscio resta qualcosa che ci farà ricordare questo momento"
"Biancaneve e i sette nani"
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0 recensioni:
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Anonimo il 11/12/2010 09:10
Ma chi te la da tutta questa fantasia? io te la invidio... non ci provo nemmeno... se noin ci sono di mezzo io o almeno la ciccia, anche di fantasia, non mi esce una riga... d'accordo con Guido, Astronavatar è un'idea geniale, da registrare.
Sto leggendo Bradbury... forse imparo qualcosa... ma non mi sento pronto... sono troppopesante per volare. ciaociao... five stars...
Ma Antonino, giovane rampante, che fine ha fatto?... lo dobbiamo ripescare, oggi mi hanno pubblicato in venti minuti... se era quello il problema forse è risolto.
- Thanks, leutenent Driver

- quando ti butti in queste avventure sei davvero sfizioso Michele. concordo con Nunzio, astronavatar è un neologismo che secondo me dovresti registrare in siae. è un racconto che si fa leggere, divertenti i dialoghi. molto bello il finale, devo ammettere che ho dovuto rileggere qualche passaggio un paio di volte per assorbirlo bene.
grande capitano!
Guido
Anonimo il 25/10/2010 18:52
Ti affascina da sempre l'astronomia!
Due critiche: hai più progetti in nuce tu che Gadda ai tempi d'oro!
Un po' lunghetto per essere letto su internet... ti ricordo che i miei occhi sono già vecchi di ventidue anni!
Un elogio: sei coerente nel tuo stile... non ti fai influenzare da certe modacce ( so che sai a cosa mi riferisco! )!

A. R. G
- Thanks, major Bells

Anonimo il 25/10/2010 11:17
Astronavatar: grande neologismo! Che ti devo dire, Michele, io un pezzettino di Lucius me lo sarei portato a casa. Ottimo racconto Michele!
Ciao.

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