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82, Washington Road (Episodio 8)

L'unico modo per sopravvivere al Protocollo è rispettarlo.
Una regola d'oro per i suoi predecessori, l'unica speranza per Seth Kurts. Perciò dirigeva le operazioni col suo solito fare distaccato, un atteggiamento che non mancava mai di intimorire i suoi uomini ed aveva l'innegabile pregio di dar forza a lui. Una volta constatata l'impossibilità di fuggire da Rockford, aveva dato ordine di tornare verso la città ed iniziare il rastrellamento, casa per casa, fogna per fogna, buco per buco. L'ordine era la sua religione, la sistematicità il suo mantra.
A cominciare dalle baracche isolate fuori città, attuarono l'opera di pulizia. Trovato un soggetto si procedeva all'esorcismo, una sventagliata di M4 che maciullava a sufficienza l'infetto, abbastanza da renderlo inservibile per la cosa che lo abitava. Sempre, tuttavia, anche quando la prima cura si dimostrava sufficiente, Kurts terminava il lavoro. Seguiva i suoi uomini, pistola in pugno, e sparava un unico colpo per ogni soggetto, un proiettile in testa per marcare il lavoro ultimato. Le avanzate della sua squadra, perciò, avevano una ritmica colonna sonora cadenzata dai suoi brevissimi assoli.
A metà nottata avevano già ripulito un quadrante molto vasto a sud della città, tanto che alcuni uomini iniziarono a fare progetti per l'indomani. Kurts non si illudeva, invece. Le creature, una volta entrate in un corpo umano, erano fragili, ma non era mai stato dimostrato con certezza che morissero insieme con il posseduto, tutto ciò che si sapeva era che una volta private di organismi da sfruttare divenivano innocue, capaci soltanto di generare incubi e stimolare la pazzia. Ma ciò voleva dire che, una volta ripulita l'intera città, anche Kurts e i suoi andavano eliminati, poiché sarebbero stati facile preda delle creature.
Chissà come mai, questa parte del Protocollo non gli andava giù.
Rispettare il Protocollo, in effetti, per lui significava soltanto ammazzare per non morire, proprio come ai vecchi tempi, quando faceva parte di squadre simili a quella che adesso comandava e passava al setaccio i villaggi dei vietcong: la procedura era la stessa, scovare e ripulire, ammazzare ed infierire, lasciare il nulla dietro di sé per avere le spalle al sicuro, poiché quei maledetti musi gialli ci godevano ad infilzare i coltelli su per lo sfintere agli americani. Anche allora a Kurts spettava l'ultimo colpo, anche allora seguiva pistola alla mano e cadenzava l'avanzata con singoli colpi in testa. Solo che i vietcong una volta morti non mettevano più paura.
Fece cenno ai suoi di entrare in un bar, una bettola che restava inguardabile anche in una simile notte di sangue. Luoghi come quello potevano essere dei veri e propri covi. Bersagli da dieci punti.
La puzza d'alcol era da considerarsi originaria, parte integrante del locale, ma non si poteva dire lo stesso per il lezzo dolciastro del sangue. Appena oltre il bancone si consumava un macabro pasto. Un uomo che indossava un elegante vestito grigio strappava brani di carne da un femore senza badare agli schizzi, mentre già masticava un boccone coriaceo producendo un suono agghiacciante.
<<Mia nonna aveva un trucco per togliere le macchie di sangue>>, disse Kurts attirando l'attenzione dell'infetto. <<Devi inumidire il tessuto, poggiarlo su una superficie dura e sfregare delicatamente con l'anello di una chiave. Ma io ne ho uno migliore.>>

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7 commenti:

  • Vincenzo Mottola il 18/01/2011 22:03
    Beh, Kurts è la risorsa di ogni sceneggiatore, il personaggio senza schemi morali che può fare qualsiasi cosa in qualsiasi momento, il Ben Linus della situazione, il Riddick, insomma un personaggio che si lascia scrivere sempre con piacere!!
    Forse essere un po' indietro è meglio, così sai già che ci sarà dell'altro, che il sottoscritto non ha deciso di essersi rotto ed ha chiuso col racconto. Comunque ti aspetto nei prossimi episodi, magari mi raggiungi!?!
    Grazie, apprezzo il tuo apprezzamento, e spero di non deludere il tuo interesse. Ciao, a presto!!
  • Stefano Galbiati il 18/01/2011 20:20
    grande la battuta di Kurts sulla rimozione delle macchie di sangue... parlerà poco, certo, ma quando lo fa lascia il segno, sia sui suoi uomini che sui lettori (almeno questo è l'effetto che ha su di me).

    Devo dire che è passato parecchio dall'ultima volta che ho preso in mano la tua storia, ma nonostante questo me la ricordo ancora piuttosto bene... ed ora ho la seria intenzione di portarmi in pari (devo averlo già detto una volta, forse proprio nel capitolo precedente )
    Comunque, come al solito scrivi benissimo ed ora sono curioso di sapere cosa succederà quando il gruppo di Seth ed i sopravvissuti si incontreranno!!

  • Roberta P. il 27/10/2010 15:39
    Ahahahah!!!
    No, devo dire che la mia memoria visiva mi porta a ricordare una valanga di cose compresi date e codice fiscale (anche perchè è sempre bene saperlo, non si sa mai)!
    A partire da chi ho sempre intorno, sono in tanti a dirmi che riesco a ricordare cose che loro non si sognerebbero neanche lontanamente di tenere a mente.

    Buonissimo pomeriggio, Mottola!
    Namaste.
  • Vincenzo Mottola il 27/10/2010 10:42
    Hai una memoria simile alla mia: ricordi cose in apparenza inutili e, chissà, magari dimentichi le date e il codice fiscale!!
  • Roberta P. il 26/10/2010 22:56
    Mi sono ricordata di Armando: durante la lunga discussione degli Asia e di "Only time will tell", eri stato tu a dirmi che ti chiamava Mottola non per formalità e distacco, ma per manifestare tutto il contrario.
    Le risate che mi faccio (come adesso) ogni volta che ripenso a quello che avevi detto quando ti aveva postato una canzone degli Asia con un video simile ad un fotoromanzo francese!!! AUAHAHAHAHAHAHAHAHAHAHAHAH!!!

    "La guerra nel VIETFOTTUTONAM!!!" Adesso ti tocca farci un romanzo sul serio: io lo leggerò di sicuro!
  • Vincenzo Mottola il 26/10/2010 16:37
    Cacchio, e l'ho solo accennato, mi tocca farci un romanzo intero sul VietFOTTUTOnam!!!

    Tranquilla per le stelle, capita anche a me, è proprio una manina infida!! Comunque grazie, davvero, come sempre, e Kurts io lo adoro, è un maledetto duro... i personaggi in chiaroscuro, tanto per parlare un po' da scrittore vero, sono quelli che maggiormente colpiscono la fantasia, poiché toccano corde sensibili dell'animo umano, danno sfogo a sentimenti che la formazione sociale tiene ben repressi... e, soprattutto, sanno sempre dire la battuta più cazzuta del mondo!!!!
    Grazie ancora, mia preziosa lettrice, anche per avermi chiamato Mottola... vuol dire che mi consideri un amico!! Ciao, ciao!!
  • Roberta P. il 26/10/2010 14:04
    Oh madosca. Avevo votato cinque stelle! È ridicolo che quella manina voti come vuole lei: se non si clicca alla perfezione l'estremità destra della quinta stella, ne conta quattro e mezzo.
    CACCHIO, erano cinque stelle!!!
    Comunque a mio avviso tra quelli pubblicati, insieme al secondo e al sesto, questo è uno degli episodi più belli. Poi come ti avevo già detto, Kurts mi piace parecchio!
    Sempre bravo, Mottola! Non ti smentisci.

    ps: e per aver parlato dell'argomento "guerra del Vietnam", te ne meritavi pure sei di stelle.

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