E la vidi... l'acqua trasparente e lei, come un pesce, una medusa... lunga, che nuotava ondeggiando sinuosamente. E passò velocemente sotto la prua della barchetta.
Ed io credetti fosse lei, la mia Amata! Mi spaventai e la chiamai... mio padre disse - Non è lei, è un pesce... un pesce! - Io stupefatto e ancora spaventato guardai ancora ma era già andata, ne vidi appena il dietro. Aveva ragione il mio papà!... o no!?...
Così andammo e mentre remavamo immersi dentro il lago e le montagne tutt'attorno, ci giunse un suono d'arpa che veniva da Ponente. Io dissi tra me e me - sarà quel mago di cui si parla giù in paese, quello che vede l'aldilà. Mio padre disse - È lui, è il Mago! Qualcuno è morto, oppur dovrà morire. -
Un brivido mi scorse sulla schiena e ripensai al pesce di poc'anzi. E se non fosse stato un pesce? Forse era davvero lei! Quel suo ondeggiare mi era tanto familiare, sembrava proprio lei col velo bianco del nostro matrimonio!
Oh dolce amore mio, se fossi tu davvero io ora non esiterei, in questo lago subito mi tufferei!
Ma sentii un grido soffocato e mi girai. Mio padre era sbiancato colto da malore ed io mi spaventai. Pensai in un lampo all'arpa, al Mago, qualcuno è morto oppur dovrà morire! Allora non era la mia Amata dentro il lago... e ancora il mio papà cadeva, mentre il lampo del pensiero mi diceva che l'arpa suonava per mio padre... e il fondo della barca ancora non aveva accolto il corpo suo.
E tutto andava piano, al rallentatore e il mio pensiero lampo mi diceva che non capivo bene se ero felice o addolorato per lo scambio!
Un lampo... e l'arpa continuava il suo lamento... ecco! Papà toccava il fondo con gran tonfo, il viso contratto in una smorfia e la mano al cuore. Infarto!!!
Ed io mi resi conto che in tre secondi tutto era accaduto, ma per me era come se fossero tre anni!
Scattai all'impiedi come un lampo a soccorrere papà e subito mi resi conto che forse restava qualche cosa che ancora doveva capitare perché ricominciai a vedere tutto al rallentatore. La barca sobbalzò per il mio scatto; da un lato e poi dall'altro e ancora poi dall'altro sballonzolò. Ed io, che mezzo alzato sballonzolavo all'incontrario, guardai mio padre morto sul fondo della barca - il lampo del pensiero è forte! - e l'arpa continuava, mio padre steso lì a fare peso al fondo, forse mi salvava... E invece no!
L'ondeggio rovinoso giungeva ormai all'epilogo... e credo che non più di due secondi erano andati.
Mi ricordai che io nell'acqua sarei morto, anche se da bambino avessi dato ascolto al mio papà ad imparare a nuotare come un pesce, sarei morto che l'acqua era gelata! ... Un pesce?... la mia sposa! Forse anche lei era morta, forse quel pesce era davvero lei. E allora l'arpa suonava per noi tutti e forse anche per voi...
Mi vidi quasi il lago sopra la mia testa per quanto ormai l'ondeggio era violento, non che fosse eterno, sarà stato il terzo oppure il quarto. È strano come in quel momento tutti i pensieri fossero dei lampi, veloci e chiari, tutto in neanche sei secondi!
Caddi e l'acqua fu come una scossa tanto era ghiacciata che quasi rimbalzai come una palla... e invece no! Affondai subito e l'acqua entrò. Sbarrai forte gli occhi preso dal terrore e il tempo si fermò...
E la vidi... Eccola la mia Amata, nuotava ondeggiando verso me, proprio come un pesce e sorrideva. Sorrisi anch'io e non sentii più l'acqua che mi entrava dentro. Il suo sorriso ed i suoi occhi erano per me l'aria e il sole. Mi prese per la mano guardandomi con amore e al suono lamentoso dell'arpa celestiale prendemmo il largo ondeggiando insieme verso Ponente col suo lungo velo di sposa come scia.