Ripensando alla notte trascorsa con la tua amata Maria apri finalmente gli occhi, con garbo, e il bianco in penombra del soffitto ti rammenta che era ieri. Battere sul tempo la sveglia delle 8 è una sensazione che non sperimentavi da tempo e, in più, ti senti già "OK"... sarà merito suo anche. Anche se, come ti suggerisce lo sferragliare lontano del treno, sarebbe meglio dire "KO": visto che è quello della mezza. Già, ieri sera avresti dovuto risparmiarti, guarda adesso... panico, rabbia, calma: non sai più a quale santo votarti.
Nel frattempo, non ti accorgi che al loop dell'intercity si è mixato il vibrocall dell'iphone generando un unico feedback quasi armonico, un noise ritmico che in pochi secondi sfuma a zero; lasciando però il canale destro del comò saturo di un echo a display lampeggiante: due messaggi e una dozzina di chiamate perse. Per risolvere il casino dovrai inventarti un paio di telefonate melliflue ancora con le squame agli occhi e la bocca impastata; inscenando l'ennesimo "non accadrà più, gliel'assicuro" per quell'idiota del tuo principale... Anzi, adesso che ci pensi, è sbalorditivo quanti progressi hai fatto, da quando l'hai conosciuta, nel prendere in giro la gente e, piuttosto compiaciuto, noti che i due messaggi sono suoi.
Mentre leggi il primo, però, uno scroscio d'acqua ti fa trasalire. Curioso: pare che il bagno abbia deciso per te che è giunta l'ora di lavarsi... "anche se", rifletti, "i rubinetti mica si aprono da soli, no?"
Dietro il vetro smerigliato della porta, infatti, una sagoma nera ti conferma che qualcuno sta realmente lavandosi le mani, la dentro... Ti ritrai sgomento come un mollusco nella cozza.
- Che è lei fa qui? - urlo dislessico fine a se stesso cui non segue risposta. Il tipo è magro, bassino, vestito di nero e non ti si fila di pezza. Forse non ha sentito e, di fatti, quando apri la porta vedi la figura di un anziano, ingobbito e probabilmente sordo, che sembra intento solo a lavarsi la faccia.
- Chi è lei? - Tuoni minaccioso per coprire gli strani rantoli che emette dal lavabo. - Guardi che chiamo la polizia -, aggiungi col volume a palla: - questa è proprietà privata! -
A quelle parole, per togliere ogni dubbio sulla sua demenza senile, il vecchietto amplifica nel lavandino una risatina stridula raccapricciante e, un attimo dopo, si alza per asciugarsi il viso. Ora che lo vedi è a dir poco orribile: pallido, scarnificato, il volto avvizzito come una prugna secca... Sembra lo zio elegante di freddy krugher, col ridicolo completino di panno che indossa.
Al 113 credono malvolentieri a ciò che racconti, ma ti assicurano comunque che una volante sarà lì in 5 minuti. Armato di matterello, allora, ti apposti fuori dal bagno, pronto a stenderlo alla prima mossa falsa; ma i suoi movimenti, quando esce, sono troppo compassati per legittimarne il pestaggio.
Mentre aspettate la volante - senza per altro rispondere a nessuna delle tue domande - quel vecchio disgustoso continua pure a fissarti imperterrito; perciò ti sforzi di tenerlo d'occhio incrociandone l'avido sguardo di toro da monta in calore incastonato nella corteccia di un albero morto il meno possibile.
Finalmente ecco la sirena. Spalanchi la porta in faccia agli agenti e, sbraitandogli di arrestarlo, indichi nervosamente il vecchio deforme col matterello.
- Ma qui non c'è nessuno -, esordisce uno appena entrato nello sciatto monolocale.
- Come "nessuno"?!! - rispondi in bestia, - Guardi che quel vecchiaccio gobbo che se la ride in poltrona non è mio nonno: portatelo via!!! -
I due poliziotti si guardano fra loro inebetiti, poi, quello che non era ancora entrato, ti chiede se ultimamente hai per caso esagerato con la "Maria".