Nell'erba i piccoli folletti tremavano sconvolti, ci ha scoperti, ci ha scoperti si dicevano, ora sa di noi.
Nei giorni seguenti il gigante si spinse sempre più lontano nelle sue passeggiate esplorative, finché non trovò il villaggio di Zizoro, si avvicinò con sguardo divertito ed esaminò le piccole case, i carri trainati da scoiattoli che trasportavano ghiande e bacche, i loro magazzini, e prese anche alcuni oggetti come piccoli mobili e sedie. Il maghetto che accompagnava Abian e i suoi compagni disse: dobbiamo ucciderlo per la nostra sicurezza, adesso lui sa di noi e ci troverà, non lasciamogli l'opportunità di farci del male. I membri della squadra erano perplessi e non sapevano cosa fare, ma Abian intervenne dicendo: il gigante non ci ha ancora aggrediti, nè ha manifestato aggressività nei confronti del villaggio abbandonato, può esserci del buono in lui, non aggrediamolo subito.
Cosa proponi di fare allora? Chiesero gli altri.
Mi offro volontario per una comunicazione, rispose Abian, voglio essere ambasciatore e tentare una mediazione.
Questa tua decisione potrebbe costarti la vita, disse un compagno, quel mostro potrebbe mangiarti in un sol boccone, ammazziamolo e basta.
Se siamo noi a cominciare una guerra non potremo meravigliarci di averla, disse Abian, mettiamolo alla prova e se è malvagio comincerà lui e perderà. Io credo che prima di aprire rapporti di qualsiasi tipo sia utile comunicare con una creatura sconosciuta.
Ammirati dal coraggio di Abian i compagni approvarono la sua decisione, ma il maghetto fece un incantesimo sul fabbro così nel caso il gigante lo avesse attaccato si sarebbe addormentato improvvisamente e i folletti avrebbero potuto ucciderlo.
Così il giorno dopo mentre il gigante passeggiava solitario Abian lo chiamò dicendo: salute a te grande visitatore, io sono Abian portavoce delle genti di Herses, chiedo di poter parlare con te!
Il gigante lo guardò e dopo aver farfugliato qualcosa con una strana voce metallica, mise sulla fronte una specie di diadema luminoso e si chinò. In quel momento Abian si sentì morire dal terrore, ma si fece forza e ripetè la frase.
Allora il gigante rispose: salve piccolo omino, io sono Alezer un viaggiatore delle stelle.
Rassicurato e nel contempo impressionato dalla risposta del gigante Abian continuò: Perché sei venuto nel nostro mondo Alezer, che intenzioni hai?
Io ero diretto verso un'altro mondo, rispose il gigante, ma la mia nave ha avuto un guasto improvviso e sono stato costretto a riparare qui.
Da dove vieni? Chiese Abian, perché sei così grande, perché la tua voce è così vibrante, come fa la tua nave a viaggiare fra le stelle?
Io vengo da Rades, rispose Alezer, un mondo molto più grande del vostro, lassù le cose e le persone sono della mia misura. Quanto alla mia nave, le nostre conoscenze sono molto più avanzate delle vostre.
Cosa vuoi fare ora? Disse Abian, noi abbiamo deciso di comunicare con te perché pochi giorni fa tu ci hai scoperti.
Io vi ho scoperti molto prima, rispose il gigante, perché la mia nave ha degli strumenti che trovano le forme di vita, oppure non avrei impedito al gatto di mangiarvi.
Allora tu sapevi di noi e non hai mai pensato ad aggredirci, disse il folletto meravigliato.
Io non aggredisco qualcuno se non mi sento minacciato, disse Alezer, voglio riparare la mia nave e andarmene.
Cos'è quella corona luminosa che porti sulla fronte? Chiese il folletto.
È un connettore telepatico che collega il pensiero disse Alezer, senza io non capirei la tua lingua e tu non capiresti la mia.
Allora il folletto chiamò i suoi amici, li rassicurò e li presentò ad Alezer, poi disse: noi siamo gli Herserill il popolo di questo mondo, oggi è un grande giorno perché noi faremo la tua conoscenza e tu la nostra; e forse potremo anche diventare amici.