Salutò i colleghi di lavoro, quella sera, con una frase che sarebbe restata famosa negli annali della sua azienda. La frase fu la seguente:
"Vado a comprare un po' di pane, per questa sera, e a fare un po' di spesa".
Non l'avesse mai detto. Una sua collega, con un sogghigno e una certa soddisfazione gli disse:
"Era ora che tu lo facessi" -e poi aggiunse-: "C'è gente che lo fa tutti i giorni e non dice nulla, di cosa ti lamenti tu che lo fai una volta l'anno, quando tua moglie ti lascia per le vacanze estive e va dai suoi genitori" e con tale considerazione e convinzione congelò il suo vittimismo.
Lui diceva tanto per dire, in cerca di un po' di consolazione, di comprensione e di solidarietà, non si aspettava di certo una batosta del genere, fredda e razionale scesa giù come una mannaia sul suo collo. In un certo senso se l'era cercata. Inoltre, sempre la stessa collega aggiunse:
"Immagino che la tua cena sarà una scatoletta di simmenthal o tutt'al più di tonno". Alzò lo sguardo compiaciuto per quello che aveva appena detto e aggiunse:
"Sarà una di quelle cene tristi e sbrigative fatte su misura per certi uomini soli" abbassò definitivamente gli occhi sul foglio e contemporaneamente abbandonò l'invettiva e il sarcasmo nei suoi confronti.
Lui, effettivamente, aveva intenzione di cenare con una scatoletta di tonno e un'insalata, ma dopo questo commento, tra se si disse:
"La mia scelta, è una scelta triste".
Salutò e se ne andò a casa, con la consapevolezza di andare incontro alla preparazione della cena triste e malinconica. Arrivato a casa, dopo essere passato dal negozio di generi alimentari per comprare ciò che gli occorreva, aprì il frigo e prese dei pomodori da insalata. Li tirò fuori dal contenitore e li sciacquò sotto l'acqua corrente.
Prese un'insalatiera e cominciò a tagliuzzare i pomodori, dopodichè continuò l'esplorazione nella cucina di "sua moglie" in cerca di altri necessari ingredienti; vide mezza cipolla e decise di utilizzarla come ingrediente aggiunto al menù della sera. Frugò ancora nel frigo in cerca di qualcos'altro e gli occhi caddero sul contenitore degli odori : vi trovò un sedano. Pensò che anche quello avrebbe fatto al caso suo e che avrebbe dato un certo sapore e colore alla sua insalata, quindi lo lavò e lo fece a piccoli pezzi. Poi si ricordò che sua moglie metteva anche dell'aglio nell'insalata e si mise subito alla ricerca dell'appetibile ingrediente.
Guardò nel frigo ma non c'era traccia di quel che cercava, andò sul terrazzo e niente, cominciò ad aprire vari cassetti e cassettini e ancora nulla, non c'era ombra dell'aglio. Sconfitto, fu sul punto di abbandonare la ricerca quando nel contenitore della frutta, accanto alle patate intravide uno spicchio d'aglio, lo prese, lo sbucciò e lo mise nell'insalatiera. Un pizzico di sale, un po' di peperoncino, olio extravergine d'oliva quanto bastava e una piccola aggiunta d'acqua per creare quel gustoso brodino e inzupparvi il pane piacevole e saporito al palato.
Poi, aprì la scatoletta del tonno, vuotò il suo contenuto in un piatto, lo condì con un pizzico di pepe nero, una spremuta di limone e un goccino d'olio e si apprestò a consumare il suo pasto frugale, triste e in solitudine, come lo aveva definito la sua collega.
Il pensiero che quella fosse una cena triste attraversò per un momento la sua mente: che cenasse materialmente da solo era un fatto indiscutibilmente vero, ma spiritualmente ed emotivamente non si sentiva solo con tutti quei vivaci e piccanti ingredienti nella sua insalata.