18 anni, bella, ricca, studiosa nel più totale abbandono! La polizia, le domande, la sepoltura, l'eredità, la vita... Abbandonai la villa, presi in affitto un piccolo monolocale nel centro della città. Com'era diverso il chiasso della città , la vita, il movimento... si, c'era una vita ma l'abbandono era sempre in me, Gli studi universitari non mi cambiarono molto, poche le amicizie, tranquille... il mio traguardo era il disegno di modelli esclusivi che donne belle e serene avrebbero indossato nei loro momenti di gioia. Se solo la mamma fosse stata lì! Il primo modello fu dedicato a lei e lo indossò una modella bruna, alta e con forme perfette, come quelle della mamma quando aveva conosciuto Guido. Le difficoltà degli studi e della carriera non pesarono mai su di me;economicamente ero tranquilla e affrontavo con serenità il mio inserimento nel mondo del lavoro. Tuttavia qualcosa sfuggiva al mio vivere di ogni giorno:qualcosa di infinito che avevo dentro di me e che da sempre, razionalmente, mi rifiutavo di ammettere:chi ero, cosa facevo, cosa cercavo... la razionalità di Guido, mio padre, scattava in me e dominava il sentimento, proprio della mamma. Assolutamente non volevo e mai avrei agito come lei...