... mi impegnavo sempre più nella creazione di nuovi modelli e le mie capacità erano evidenziate dalla casa di mode per la quale lavoravo finchè... un giorno, era l'11 maggio ricordo bene, mi fu proposti di accompagnare la sfilata di modelli che, in via eccezionale, si sarebbe svolta in un grande albergo di Nuova Delhi. La gioia, per il riconoscimento ottenuto, era pari a quello che il mio papà provava quando osservava il suo ponte, creazione unica ferma nell'eternità. I miei modelli sfilarono e per me fu un momento... eterno... non accettavo interferenze nella mia vita privata e solo nel lavoro concedevo agli altri lo spazio che consentisse la condivisione, lo sviluppo e la stima reciproche. Tutto ciò che riguardava i miei sentimenti era chiuso tra mura alte che impedivano a chiunque di penetrare nel mio cuore. Sapevo che questo atteggiamento dipendeva dalla mia esperienza vissuta da bambina con i miei genitori e mai avrei permesso ad un uomo di entrare prepotentemente nel mio cuore, di condizionare i miei pensieri e il mio stesso vivere. Ero terrorizzata dall'egoismo maschile, nato con loro per cui, pur amandoti, prendono per se stessi tutto lo spazio necessario e trascurano la donna amata fino a farle violenza verbale e fisica, interferendo nella vita, nel lavoro e nell'essere donna di quella che è la loro "donna amata". Così il mio atteggiamento professionale e freddo allontanava ogni pericolo ed io vedevo spegnersi l'interesse che qualcuno aveva nei miei confronti... ero sola!