Tremate gente è arrivato ciò che da tempo attendevate. Il suono sibilante rompe il silenzio della notte. Sì, perché è proprio di notte che si fanno vedere, quando la maggior parte delle persone offuscate dal soffio di Morfeo riposa.
Capelli lunghi, folti e ricci che abbagliano e stordiscono la vista e l'udito dei comuni mortali. Donne di bell'aspetto, lineamenti del viso ben tracciati ed ammalianti. Corpi slanciati e proporzionati senza squilibri evidenti. Spalle e fianchi in linea e vita leggermente più stretta. Gambe snelle e ben tornite che slanciano l'alta e sublime figura.
Lunghi mantelli scuri semistracciati e maleodoranti, ricoperte di pelli di capra e di montone, ai piedi sandali di cuoio intrecciati con stringhe strette ai polpacci, il quadricipite coperto a metà che lascia intravedere ciò che pochi hanno il privilegio di contemplare nelle notti stellate. Occhi scuri. Sguardo superiore, sprezzante ed autorevole di chi sa come imporsi sui suoi simili. Sentono e conoscono bene la sottomissione e la dipendenza di chi nato libero sopravvive, negando l'obolo alla vita e che nei contatti umani dimentica e sacrifica se stesso sull'altare dell'altro. Chiamate dal bagliore della luna, dal rito e dal dovere per il sacrificio a Bacco, allegre, esuberanti e audaci si precipitano dai monti verso le loro prede.
A valle, uomini e donne raccolti, intorno ai fuochi accesi, danzano ringraziando per il frutto ricevuto. Sanno, come ogni stagione, cosa li aspetta, non sanno chi è l'eletto.
Tra le musiche ritmate dei tamburi, le urla che accompagnano il suono, le danze ripetitive e ossessive attorno al fuoco, il vino forte addolcito con il miele, per renderlo più bevibile e accessibile nell'abbondanza, l'uomo estraniato ed incosciente viene scelto con oculatezza.
Le sacerdotesse di Bacco sanno cosa occorre loro. Rapito dal gruppo, quella notte, come obolo del gruppo egli vivrà. Non cancellerà facilmente dalla mente la visione della cima della montagna a duemila piedi dal livello del mare e a quattromila piedi dalle emozioni umane. Dioniso facilita il compito reclamando la sua parte. L'eletto, in balia di queste forze celesti ed onnipotenti cede e non resiste.
Resistere è inopportuno e controproducente per se e per gli altri. Una conoscenza remota ed intima gli sussurra dentro "così è sempre stato, e così sempre sarà".
Abbandonandosi alle Baccanti si assopisce e al canto del gallo, alle prime luci del giorno, si sveglia a valle non più "uomo", ma "persona".