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E'... troppo tardi.

E’…. troppo tardi
Ad un tratto il tempo si desta, torna ad essere una dimensione reale, esistente, come se fino ad un momento prima e non so per quanto fossi stato rinchiuso in una dimensione eterea, impalpabile senza prima né dopo, senza tempo. Non mi è dato capire dove sono e…chi sono. Sento affiorare i sensi come da un sonno eterno. In lontananza un rumore giunge al mio udito, sordo! Poi si munisce di un rimbombo, un suono al cui seguito sembra esserci una scia che assomiglia ad un’eco, un suono che si ripete sempre con lo stesso ritmo quasi a voler scandire i secondi che passano. Dove sono? Non so dove, intorno a me c’è solo buio, terribile buio e quel suono che mi giunge all’infinito senza tregua, all’unisono si fondono creando una realtà che probabilmente è solo mia. Mia, mia di chi? Chi sono? Non so, ma so di esistere, so solo di avere una dimensione tattile, sento qualcuno o qualcosa prendere contatto con il mio corpo. Non ne conosco neppure il motivo. Intorno a me solo buio, qualcosa la cui discesa provoca un movimento d’aria che mi giunge fino al viso e poi cade provocando quel rumore cui segue una scia di suono e poi di nuovo e di nuovo e …di nuovo ancora. Continuano ad armeggiare con il mio corpo. Prendo coscienza del primo bagliore di luce, allora esiste qualcosa oltre questo tunnel buio in cui mi trovo. Distinguo delle ombre senza senso, senza forma alcuna, che si muovono intorno a me. Riesco ad aprire gli occhi, solo ombre e…quel suono. In lontananza sento le risate, di noi tutti, di tutte le persone che mi circondano, sono tanti e sono…amici. Si, non sono solo ci sono anche loro con me e si divertono, ci divertiamo.
- Un altro, mi dicono, prendiamone un altro.
Finalmente associo quel suono a quel qualcosa che lo provoca. Posso ora distinguere davanti a me una fontana, lucida dalla cui cavità fuoriesce con ritmo cadenzale una goccia d’acqua che trapassa l’aria provocando quasi un soffio che giunge fino al mio viso, cade sul fondo del lavabo con suono sordo e termina in un’eco sibilante che giunge al mio udito quasi come una nenia.
C’è acqua intorno a me, tanta acqua, sono bravo a nuotare, devo andare io, solo io posso fare qualcosa, si, lo sento devo accorrere per primo o…sarà troppo tardi. Eppure con tutta quest’ acqua ho le labbra arse, così secche da apparire quasi come carta pesta, ho sete. Guardo quella goccia cadere e librarsi nel mondo senza senso, senza utilità. Cosa darei per raccoglierla e farla cadere qui, sopra le mie labbra arse. Mi chiedo perché, perché debba essere andata proprio in quel punto del lago, cosa l’ha spinta ad allontanarsi dal gruppo, dagli amici, da coloro che le vogliono bene, da colui che ne avrebbe fatto linfa vitale e rendere così difficoltoso ogni aiuto. Ma devo farcela, devo raggiungerla per tempo. Ma c’è acqua, tanta acqua, troppa ed ho freddo, troppo freddo. Aspettami piccola, aspettami. Dammi il tempo, devo avere il tempo. Senza te la vita non ha motivo di esistere. Come in un sogno sento qualcosa di umido sfiorare le mie labbra, apro gli occhi e guardo quella goccia d’acqua così distante, no…non è possibile che sia arrivata fino a me eppure le mie labbra sono umide. Non sento le gambe, sembra che il mio corpo si concluda alle natiche, è l’ultima parte di cui ho certezza, più in basso il nulla. Poi una voce, quasi una melodia per le mie orecchie, che mi sussurra un nome Fabio, Fabio credo sia io. Si vedo i suoi piedi per primi, riconosco i suoi stivali da cavallerizza, brava piccola mia, mi hai aspettato, sono felice per questo, sono qui, ti porto in salvo. Sono felice, felice di aver preso contatto con la realtà, di aver aperto gli occhi e rivisto la luce, così scontatamente esistente ogni giorno della nostra vita, di aver udito quel suono rimbombante che ha scandito ogni istante della mia permanenza in questo luogo riportandomi alla realtà ogni qualvolta il mio io si nasconde in un sonno senza fine, di aver riaperto gli occhi, di aver potuto riassaporare la freschezza dell’acqua sulle labbra. Felice di poter udire la tua voce che mi dice:

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2 commenti:

  • Ivan il 11/11/2007 22:13
    Difficile trovare le parole giuste per un commento ad un racconto così, mi limito a farti i miei comlimenti. Bellissimo.

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