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L'obiettivo è la verità assoluta

Dietro ogni grande uomo c'è una grande donna.
E non solo. Mettendo sullo stesso piano i due sessi e ricordando che la rivoluzione è femmina si potrebbe trasformare così questa espressione: dietro ogni persona, ogni uomo, ogni donna, ogni cittadino, c'è un grande popolo. Infatti riprendendo l'aforisma di Socrate, so di non sapere, potremmo dire che un individuo, per raggiungere la verità assoluta, deve necessariamente collegasi con altri suoi simili e solo attraverso l'unione egli diventa in grado di raggiungere questo obiettivo. E qual è il luogo per eccellenza dove potersi confrontare, arricchirsi reciprocamente, se non nell'agorà, nella piazza?
Sembra un fatto di poco conto, senza nessuna importanza, ma sempre rifacendosi al filosofo greco (e non è un caso se la vera democrazia, quella reale, è nata proprio lì) il dialogo è l'unico strumento per raggiungere la verità assoluta. E non è una coincidenza se quello che vogliono i governi è proprio l'opposto, tenere gli individui separati, diffondendo l'illusione di vivere nel benessere sfruttando soprattutto le televisioni, i media che per eccellenza abituano alla passività, dove è soltanto possibile scegliere tra un programma scadente e un altro che lo è ancora di più.
Ma oggi, dopo il primo decennio del ventunesimo secolo, si apre un'era nuova per l'umanità, che sicuramente passerà alla storia. La gente ha intuito le potenzialità dei media informatici, soprattutto di internet, e li utilizza a suo favore, unendosi, dandosi appuntamento nelle piazze, facendo veicolare notizie censurate da tutte le altre fonti d'informazione, omesse non perché di poco conto, ma per il semplice fatto di risultare pericolose per il mantenimento dell'odierno ordine di cose, dannose perché ostacolerebbero la riproduzione della società secondo il paradigma della struttura, caro a tanti sociologi. E queste voci umane diventano estremamente pericolose se unite nel contestare il potere. È il caso degli indignados, movimento di persone che ha riempito molte piazze spagnole, che è servito da esempio a tanti altri concittadini europei. Il punto di forza, il maggiore ostacolo per la loro repressione, è rappresentato dal fatto che essi rifiutano l'uso della violenza. E la polizia deve mettersi sullo stesso piano, rispondere a parole, perché ha paura di tenere un atteggiamento aggressivo, non per qualche principio morale, ma per via delle possibili conseguenze penali.
L'arma più forte a disposizione di ciascun individuo, che spaventa maggiormente il potere, non è la ricchezza né la fama, ma semplicemente la facoltà di pensare, la capacità di elaborare una riflessione pura e autentica, che non sia condizionata dai pregiudizi, dalle opinioni, dalla realtà mediata presentata dalle fonti d'informazione. E nel momento che questa attività mentale viene intrapresa e conseguentemente confrontata da una considerevole parte della popolazione, quando gli individui agiscono insieme, uniti, è proprio allora che il potere inizia a sudare freddo. Cerca di prendere dei provvedimenti per soffocare la minaccia, si inventa qualche motivo igienico, oppure il rispetto di una ricorrenza, la finale di Champions o la festa nazionale, per imporre lo sgombero dei luoghi pubblici occupati, sperando di scoraggiare i partecipanti. Ma i protettori della libertà ritornano alle loro usuali postazioni, sono testardi, ribelli, non scendono a compromessi, e reciprocamente motivati, continuano, combattono, inseguendo il loro sogno, l'obiettivo finale di una democrazia reale, come in Tunisia e in Egitto, il ribaltamento del regime. Puntano verso l'acquisizione di una nuova coscienza, di un nuovo pensiero, far sì che la verità assoluta diventi accessibile, di dominio pubblico. È una rivoluzione mai vista, nuova nelle idee e nei meccanismi, e parte prima di tutto dai cuori delle persone.

 

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