È una giornata piuttosto fredda ma non piovosa. Il cielo è coperto di nuvole che non promettono niente di buono ma io e le mie sorelle scrutiamo attentamente il cielo nella speranza di veder comparire l'uccello favoloso di cui i grandi ci hanno tanto parlato, in grado di trasportare i bambini nelle case di chi li desidera.
Il 9 gennaio è esattamente il giorno in cui la cicogna (è questo il nome della creatura) porterà il fratellino o la sorellina e io devo fare molta attenzione affinchè non sbagli direzione e vada a finire altrove. Il mio compito è controllare il suo arrivo dalle finestre della casa dei vicini mentre la mamma e il papà terranno d'occhio i suoi movimenti dalle finestre di casa.
Sono passate circa sei ore da che sono in paziente attesa, con il viso incollato al vetro, curiosa e al contempo timorosa per quello che vedrò, ma nonostante l'attenzione prestata, non è ancora successo nulla. Finalmente alle due del pomeriggio apprendo che il fratellino è giunto a destinazione e che posso vederlo, ma senza fare troppo rumore per non spaventarlo e accoglierlo serenamente.
La nascita del fratellino, il cui unico interesse è legato all'idea di vedere la cicogna nell'atto di consegnare il "fagotto", è rovinata dalla delusione di non averla vista. La curiosità di conoscerla resterà confinata nella mia fantasia chissà fino a quando.
Il fratellino, privo per me di qualsiasi attrattiva, dorme tanto beato che penso non si sia accorto di niente, nemmeno del pericolo che ha corso volando nel becco di quella strana creatura che avrebbe potuto condurlo chissà dove.
Chissà se almeno lui l'ha vista la cicogna!!!
l'autore Fernando Piazza ha riportato queste note sull'opera
Foto ricordo n° 3 del 9 gennaio 1969 (testo di mia moglie)