racconti » Racconti brevi » L' incubo
L' incubo
Un incubo terribile lo attanagliava.
Si svegliava quasi tutte le notti in preda a tremori e ci metteva più di qualche minuto a riprendersi.
Apriva gli occhi, respirava e si rassicurava: non era successo niente.
Era l'inizio dell'estate e James stava cominciando a fare progetti per un viaggio.
Aveva già valutato alcune possibilità ed era sul punto di decidere un itinerario che l'avrebbe condotto a nord.
Naturalmente stava controllando accuratamente la sua vecchia Harley-Davidson e aveva fatto la lista del necessario da portare con sè, ma quando preparò il bagaglio, non trovò lo spazio per la giusta quantità di entusiasmo.
"Ok" si disse, "ci penserò più tardi".
James gestiva un'officina nella periferia di Colorado Springs, portava avanti quest' attività da circa dieci anni.
Ne aveva venticinque quando aveva deciso di mettersi in proprio, dopo aver lavorato come aiuto in un altro centro di riparazioni meccaniche di auto.
Amava il suo lavoro e nel tempo libero spesso si dedicava al restauro o alla trasformazione custom di vecchie moto.
Alto e robusto, era scuro di capelli e una barba di qualche giorno gli incorniciava quasi sempre il viso.
Vestiva in modo piuttosto trasandato, non era molto socievole, sembrava sempre assorto nei suoi pensieri.
La sera, fino a qualche tempo prima, si rilassava scolandosi qualche birra nel solito bar, dove rimaneva a parlare a lungo con Fred che era il barista e lo conosceva da molto tempo; ma dopo avere incontrato Julie, si faceva vedere molto più di rado.
Si frequentavano da otto mesi, dalla notte in cui l'aveva tirata fuori da una situazione spiacevole: la sua auto era rimasta in panne e lui che usciva dal bar si era offerto di accompagnarla.
L'indomani, insieme avevano recuperato l'auto.
Julie si era subito dimostrata una donna con un certo carattere e non ci aveva messo molto a mettere le cose in chiaro: "Voglio mettere su famiglia, James. Ho trentadue anni e sento il tempo sfuggirmi sotto i piedi"
Era molto attraente e il suo modo di dire le cose, anche quelle che avrebbero potuto turbare un tipo come James, non aveva un effetto negativo su di lui, almeno non sul momento.
Si sentiva molto coinvolto e anche inorgoglito da una proposta così, e razionalmente si diceva sicuro... ma allora perché quegli incubi?
Certo era sempre stato indipendente, un po' ribelle forse, ma adesso era la volta di cambiare.
E magari stava già cambiando...
Quando passava la notte con lei si sentiva bene, tranquillo, ma quando decideva di dormire a casa sua nel suo letto, era quasi sempre agitato.
L'incubo si ripresentava puntuale: si sposavano con una bella cerimonia, lei raggiante nel suo abito bianco guarnito da fiori e pizzi; lui un po' impacciato ma sorridente e contento. Dopo il sì, uno scrosciante applauso li trovava a baciarsi.
Poi la festa con balli e divertimento fino a tarda sera.
Una volta a casa però, lui si accasciava sul letto colto da un malore, lei cercava di rianimarlo senza riuscirci e mentre provava a chiamare i soccorsi, lui era già morto.
James rimaneva sul letto e aveva la sensazione di essere già freddo.
A questo punto si svegliava, tremando e battendo i denti.
Non aveva mai avuto il coraggio di parlarne con Julie, perché aveva paura che lei si potesse fare strane idee, ma una sera raccontò il sogno a Fred.
"Sono disperato, credo che una parte di me rifiuti l'idea del matrimonio" disse.
Fred gli offrì da bere: "Sai James, io penso che qualunque scelta si possa fare nella vita, ci sarà sempre un prezzo da pagare e un'altra strada che avremmo potuto percorrere. Forse hai solo bisogno di tempo"
Quella notte James tornò a casa più confuso di prima.
Julie lavorava in un negozio di abbigliamento del centro: ogni uomo che entrava non mancava di farle capire che l'aveva notata, ma lei con il suo atteggiamento sapeva mantenere le distanze.
James non capiva perché lei avesse tanta fretta di sposarsi: in fondo stavano insieme da poco, non si conoscevano a fondo.
Ripensò alla frase di Fred, forse era solo un suo problema, aveva bisogno di restare un po' da solo a riflettere, per capire che strada imboccare.
Si fece spazio nella sua mente, l'idea di un giro in moto: avrebbe attraversato il Wyoming, facendo delle tappe nei piccoli centri, per arrivare a Yellowstone dove avrebbe potuto rilassarsi e cercare dentro di sè la risposta giusta.
Per tutto il pomeriggio pensò al momento in cui ne avrebbe parlato con lei: era intenzionato a farlo quella sera, a cena.
Come avrebbe reagito Julie?
Avrebbe compreso le sue perplessità, il suo bisogno di prendersi una pausa,?
Avrebbe cambiato atteggiamento, nei confronti di un uomo che si mostrava così dubbioso?
O forse sarebbe servito anche a lei, un momento da sola?
Stava smontando la forcella piegata di una Softail Custom incidentata, che aveva acquistato per pochi dollari in uno sfascio; pensava di poterla recuperare, modificandola.
La moto aveva ancora una borsa in cuoio logora e malconcia applicata sul lato destro all'altezza della ruota posteriore.
Continuò a porsi tante domande mentre continuava a smontare la moto.
La sera James parlò con Julie: lei si rabbuiò in viso, ma non era alterata.
Sembrava preoccupata ma rispettò l'intenzione di lui senza chiedere ulteriori spiegazioni.
Dormirono abbracciati.
La mattina dopo James si svegliò quando lei era già uscita per andare al lavoro.
Prese un caffè e si diresse nel suo garage per sistemare i bagagli.
Non riusciva a provare la sensazione giusta, anzi un senso di colpa si stava manifestando e rendeva inutili i suoi tentativi di preparazione.
"Ok, ci penserò dopo" e andò vicino alla moto incidentata: forse distrarsi un po' gli avrebbe fatto bene.
Il suo sguardo si posò sulla borsa che era chiusa: aprì le fibbie e mise dentro una mano per cercare una vite, un bullone da allentare, per smontarla; ma c' era qualcosa sul fondo, forse un cartoncino.
Tirò fuori la mano e si accorse che le sue dita tenevano una foto: c' era un giovane, sicuramente il proprietario della moto, con tanto di giubbotto e stivali che abbracciava... Julie!
Era un po' più giovane, con i capelli corti ma era lei, non c' erano dubbi!
Non era un tipo impulsivo, ma non seppe resistere: corse al negozio di Julie.
"Chi è?... non mi hai mai parlato di lui!" "Come fai ad avere questa foto, dove l'hai trovata?" chiese lei visibilmente turbata."é una vecchia storia, ne parliamo stasera se vuoi, non adesso, non qui" continuò Julie con la voce che le tremava.
James la guardò negli occhi e con tono calmo disse: "A stasera" e uscì.
Poche ore dopo quando si ritrovarono a casa di lei, James aveva già intuito cosa poteva essere successo.
"Sono passati quattro anni da allora", cominciò Julie.
"Eravamo euforici quel giorno, avevamo preso una decisione importante: saremmo andati a vivere insieme.
Il nostro rapporto funzionava, ma non avevamo ancora potuto prendere una casa;
da poco lui aveva trovato un'occupazione più stabile e ci era sembrato il momento giusto. Guidava un po' più veloce del solito e ad un tratto, in una curva, la moto perdette aderenza: avevamo attraversato una macchia d'olio.
La moto si schiantò contro un palo e lui morì quasi subito.
Io ero sotto shock ma me l'ero cavata con la frattura di una spalla.
I due anni che seguirono furono bui: non riuscivo a riprendermi, avevo perso il lavoro perché non uscivo più di casa...
Piano piano cominciai a reagire e decisi di cambiare tutto: venni a Colorado Springs, trovai questo impiego, una casa e otto mesi fa conobbi te.
Adesso mi sento di nuovo viva, ma so che la vita può cambiare in un attimo... ecco perché non voglio aspettare!"
Parlava a voce bassa, qualche lacrima rigava il suo volto; James la abbracciò commosso.
"Ehi Fred, ce l'hai ancora quella Cadillac sputaolio con i sedili rossi?
" Certo, perché?" "Sarai il mio autista... tra un mese mi sposo"
"Allora hai trovato la tua strada!"
"Sto solo cominciando a percorrerla Fred"
James non ebbe più il suo incubo, ma cominciò a sognare!
1234
un altro testo di questo autore un'altro testo casuale
0 recensioni:
- Per poter lasciare un commento devi essere un utente registrato.
Effettua il login o registrati

Opera pubblicata sotto una licenza Creative Commons 3.0