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Il pesce rosso

Chi di noi non ha comprato, almeno una volta, un pesce rosso alla festa del paese? Chi non si è lasciato adescare da quell'iridescenza in stupido moto circolare nella sua boccia, da quel vocalizzo muto, precluso ai nostri orecchi, da quel blob! apatico e indifferente che s'avvicina al vetro come per spiarci e immediatamente se ne allontana come da cosa assolutamente insignificante?
Il pesce rosso, con le sue squamette iridescenti, il suo mutismo assoluto e la sua apparente stupidità, è l'unico animale che riesce a ficcarsi anche nella casa di chi non ama le bestie.
Magari anche solo finché madre natura non ne avrà abbastanza di acqua stagnante, molliche di pane e incauti sbatacchiamenti. Ce n'è che son finiti nel tubo di scarico tra gli urli disgustati di chi doveva solo cambiargli l'acqua, o a dimenarsi per terra sotto gli occhi attoniti di chi proprio non sa che pesci pigliare; ma i più finiscono per essere trovati placidamente a galla come chi fa il morto sull'acqua.
So di uno che ha creduto che dormisse e l'ha tenuto due giorni così, prima di darlo da mangiare al gatto.
Eppure il pesciolino rosso, nel suo sacchetto di plastica col quale lo portiamo a casa, nella sua palla di vetro magari abbellita del dono di un fiore di plastica o di un sassolino, è un essere vivente, né più né meno del cane, del gatto, del virus del catarro e anche di colui che lo ha comprato.
Quando è molto piccolo, il pesce rosso è trasparente, così che pare che in acqua siano cascate le lucciole. Ma questo è uno spettacolo riservato ai moderni cultori d'acquatiche creaturine, per i quali un acquario, con la sua ovattata trasparente bellezza è un pezzo d'arredamento da non sottovalutare, se si vuol conciliarsi gli amici animalisti, i figli che vorrebbero un cucciolo, e continuare tranquillamente a non amar troppo le bestie.
In questi acquari, che sembrano veri e propri oceani in miniatura, fluttuano creature evanescenti, curiose, coloratissime, alcune dalle strane forme, che paiono uscite dalle mani di un estroso disegnatore, ma che a pensarci bene possono essere uscite solo dalla fantasia di Domineddio, altre dai colori così sgargianti, a strisce a puntini a zig zag, che l'occhio vi si incanta perché, nonostante l'audacia di alcuni accostamenti, invero particolarmente bizzarri, tuttavia non si produce dissonanza, così che non se ne riceve un pugno in un occhio ma una sorta di carezza.
Ed è proprio questa la virtù del pesce rosso - o di qualsiasi altro colore - quella di donare, coi suoi colori brillanti, il suo fluttuare armonico, il suo impareggiabile silenzio, le sue leggere picchiate sul fondo, il suo quieto adagiarsi accanto al sassolino fittizio, una sensazione di pace, di calma, quasi di flemma, dagli effetti decisamente miracolosi per il sistema nervoso, umano.
Ti siedi lì, nella penombra illuminata solo dalla acquatica fosforescenza, cogli le armoniche del silenzio, un oblio di bollicine, ciascuna con attaccato un cruccio che si dissolve, come per magia, nel non si sa dove.
Segui con gli occhi il fluttuare delle piccole pinne, fissi l'occhietto destro, al ritorno quello sinistro, pensi che strano, non si può guardare un pesce negli occhi, poi pensi che, invece, i tuoi guai li puoi sempre guardare, anche ad occhi chiusi, tutti insieme... pensi ancora, e poi ancora, e ancora, finché non hai più pensieri ma solo e d'improvviso ti par d'esser immerso in quell'ampolla, e di ondeggiare e galleggiare, senza più peso, senza angustie... sereno e spassionato, il tuo orizzonte è sgombro di nubi.

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6 commenti:

  • rosaria esposito il 20/06/2011 16:11
    è vero, le forme di vita, anche le più piccole e apparentemente insignificanti, sono per me causa di amore e stupore grandi. come pure le "piccole" cose della nostra vita quotidiana, le piccole gioie... sono un patrimonio immenso di benessere spirituale ed emotivo che la ricerca affannosa di "grandi" emozioni e successi, che molti rincorrono non potrà mai darci. il racconto che dici si chiama"L'odore del fico selvatico" grazie sempre del tuo incoraggiamento e del tuo interesse per me e le mie storie.
  • Fernando Piazza il 19/06/2011 21:15
    Ho letto una volta un tuo racconto sulle formiche, non ricordo il titolo, ma l'ho trovato molto bello... e istruttivo. Immaginavo te che osservavi il loro percorso, la loro fatica, la loro perseveranza e tenacia fin dentro le loro gallerie così alacremente scavate e negate alla nostra vista (a meno di non distruggere il loro "ingegneristico progetto sotterraneo" lasciando una misera voragine a cielo aperto per noi e per loro un duro lavoro mandato all'aria in pochi attimi per soddisfare la curiosità di dispettosi quanto malvagi devastatori) e mi ha incantato il tuo modo di descrivere come uno spettacolo meraviglioso (come nessuno si sognerebbe di fare o sprecherebbe il suo prezioso tempo ad osservarlo) l'affascinante e invisibile mondo sotterraneo delle formiche.
    Perché parlo di ciò in questo spazio? Perché finalmente capisco da cosa è mosso il tuo bisogno di raccontare la vita della piccola fauna terrestre : un profondo amore e un'attenzione particolare per le forme di vita animale (anche le più piccole) che per molti sono di nessuna importanza... Continua a narrare queste piccole grandi storie, fanno bene al cuore.
  • Fernando Piazza il 19/06/2011 16:40
    Lo spero tanto anch'io... anche se per gli scarafaggi azzarderei qualche proposta alternativa... Sorry
  • rosaria esposito il 19/06/2011 16:33
    ti dico una cosa... e posso essere giudicata come più vi pare... se mi trovassi a dover scegliere tra il salvare la vita a uno scarafaggio o un essere "umano" salverei la vita dello scarafaggio. e spero che ci sia il paradiso degli animali più che quello degli uomini.
  • Fernando Piazza il 18/06/2011 23:19
    Quali interessanti e profonde riflessioni induce uno sguardo un po' più attento alla triste esistenza di un "insignificante" eppur così "comunicativo" pesciolino rosso. Io non ne ho mai posseduto uno e mai lo farò... non sopporto la "cattività" forzata degli animali se non nel loro ambiente naturale. Persino gli zoo mi mettono tristezza! Dici bene, ogni essere vivente dovrebbe poter scegliere come vivere la propria vita e che cammino seguire... Non siamo i padroni della terra anche se lo crediamo...
    Bello questo tuo scritto. Non credo che nessuno, finora, abbia fatto una dedica così carina e portato avanti una difesa tanto appassionata per le "inique" condizioni di un pesce rosso...
    Quasi quasi lancio una petizione contro la detenzione di pesci in anguste e deprimenti bocce di vetro
  • Auro Lezzi il 18/06/2011 17:54
    Ma mai e poi mai... Pesciolini rinchiusi in spazi stretti o uccellini in gabbia VIVA LA LIBERTA'

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