Raggiunto il parco, si fermò a curiosare nel vano tentativo di riconoscere un viso amico. Si avvicino all'inferriata, la superò e gli si avvicinò lei, la sua eterna amica che come sempre implorava una sigaretta. Dopo l'ennesimo sbuffo gliela porse, lei la accese e lui le chiese se poteva fidarsi di lei. Inutile conoscere la risposta, sembrava scontata. Esordì quindi con un "Lo sai mantenere un segreto?". Lei annuì mentre con le dita pigiava lievemente vicino la sigaretta per far cadere la cenere di troppo. Continuò dicendo "Sono un mostro, sono venuto a conoscenza di una brutta novità e l'unico mio pensiero partorito è che non me ne interessa, un' indifferenza a dir poco abissale. Mi sento un mostro. È scomparso ed io sono qui con te a passare l'ennesima serata in questo luogo, a controllare la regolarità dell'evento, non che mi dispiaccia ma..." Lei gli si avvicinò e gli chiese maggiori spiegazioni che lui le diede. Indi gli rispose che come la notte cela i contorni rendendoli piatti e dello stesso colore, anche lui tentava di celare con le parole ciò che il suo sguardo invece ammetteva. Continuò "Non sei un mostro, sei solo un ragazzo con una spigliata sensibilità e il semplice fatto che tu stia qui a parlarne con me, ti rende onore e coerente con il tuo volto marcato da un percettibile dolore. E poi lo sai che so mantenere un segreto. Pensiamo a portare a termine il nostro impegno, nonostante le critiche che ci vengono rivolte". Il pallone cadde a pochi centimetri dalla loro postazione. Lei glielo porse, lui lo tirò con una ferocia, poi prese una penna e appuntò qualcosa su un foglio. Stava completando la sua missione con la stessa foga di sempre.
Fine terza parte